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Inchiesta ultrà, la Curva Nord dell’Inter ammette gli errori: «Troppa leggerezza nella gestione». Via lo striscione, cambia il direttivo

05 Ottobre 2024 - 14:29 Massimo Ferraro
curva nord inter comunicato inchiesta ultra
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Il comunicato del tifo organizzato nerazzurro in cui vengono annunciati cambiamenti e indicato l'inizio dei problemi: «Quando abbiamo accentrato il sistema di autofinanziamento»

«È giusto riconoscere come la deriva che ci ha travolto sia stata anche conseguenza della nostra leggerezza nel monitorare la gestione organizzativa ed economia della Nord». La Curva Nord dell’Inter prova a rimettersi in piedi dopo il terremoto provocato dall’inchiesta sugli ultrà nerazzurri e rossoneri che ha portato all’arresto di 19 persone. In un lungo comunicato ammette gli «errori commessi», spiega cosa non ha funzionato soprattutto negli ultimi quattro anni e annuncia alcuni cambiamenti che hanno l’obiettivo di ripulire l’immagine del tifo organizzato interista. «I proventi della Nord sono sempre stati suddivisi sui vari gruppi della curva che attraverso la distribuzione di gadget e adesivi si autofinanziavano per aiutare i propri frequentatori ad abbattere un minimo i costi di trasferta, contribuire alle spese comuni per la realizzazione di coreografie e partecipare ai costi per gli strumenti del tifo come tamburi megafoni e bandiere», spiegano gli organizzatori riguardo al sistema di autofinanziamento della Curva, «la nostra realtà è cambiata dal momento in cui tutta la gestione di biglietti, materiale e contributi alla curva è stata concentrata su poche persone che dirigevano e controllavano tutti i conti».

Il nuovo sistema di autofinanziamento della Curva

Da qui, «questo nuovo sistema gestionale, iniziato dopo il periodo pandemico, ha permesso a poche persone di gestire progressivamente volumi di denaro sempre maggiori grazie anche all’unificazione della curva dietro un unico striscione che identificasse tutto il movimento ultras nerazzurro». Un sistema che avrebbe penalizzato anche i tifosi di lunga data: «Questi passaggi di “accentramento dei poteri” sono sfuggiti anche ai frequentatori più assidui che, in totale buona fede e sebbene non potessero più avere accesso ai conti, beneficiavano dei servizi che venivano comunque garantiti da chi gestiva l’economia di curva come soprattutto la priorità nell’ottenere i biglietti di trasferta e la copertura dei costi per le coreografie». Sull’assenza o quasi di controlli interni avrebbe pesato una gestione apparentemente riuscita degli eventi, così come i successi della squadra sul campo. «Chi gestiva la Nord, col consenso dei frequentatori ignari, ha acquisito totale libertà nella produzione di materiale, reperimento contributi, sponsorizzazioni e facoltà nella scelta della quota di sovrapprezzo per la ridistribuzione dei biglietti», prosegue il comunicato, «tutte queste attività speculative non hanno mai sfiorato neppure i frequentatori più vicini al direttivo che intanto, grazie alle innegabili capacità nel valorizzare il ‘brand’ Curva Nord ha potuto far lievitare esponenzialmente i ricavi. Dei presunti profitti derivati da altre attività poi nessuno era a conoscenza e tutti siamo stupiti da quanto abbiamo appreso come tutti dalle ricostruzioni mediatiche».

Via lo striscione Curva Nord

Chi ora gestisce il gruppo assicura che l’unico “favoritismo” offerto dalla società era un canale di acquisto prioritario «dei tagliandi nell’interesse comune di permettere ai tifosi più assidui di esser presenti sempre e ovunque a guidare il sostegno alla squadra». I gruppi poi avevano facoltà di chiedere n sovrapprezzo «che veniva accantonato dalla curva per coprire ulteriori eventuali spese comuni straordinarie come quelle per la tutela legale dei frequentatori, magazzini per i materiali di curva, mezzi di trasporto per le coreo, etc.». L’inchiesta ha scoperchiato ben altro giro, rischiando di «cancellare 55 anni di storia ultras nerazzurra», riconosce ora la Curva: «Il cuore della Nord però si sta dimostrando più forte di tutto e ne stiamo uscendo ancora una volta più forti e consapevoli degli errori commessi». Per questo è stato ora deciso, dopo una riunione al “Baretto”, di cambiare il consiglio direttivo che sarà formato da Nino Ciccarelli, storica figura della curva nerazzurra, Gianni Borriello, detto Gianni Fish, e Ivan Luraschi. E di rimuovere lo striscione Curva Nord, che non verrà più esposto allo stadio. Al suo posto ne verrà esibito uno che recita: «Dal 1969… uniti fieri mai domi».

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