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Manifestazione Pro-Pal, bottiglie e bombe carta contro gli agenti: 30 feriti. Emessi 40 fogli di via da Roma

05 Ottobre 2024 - 19:59 Ugo Milano
Anche i partecipanti al corteo hanno subito diversi traumi nelle cariche della polizia: una ragazza ha perso del sangue dalla testa

È un bollettino da guerriglia urbana: negli scontri tra forze dell’ordine e i manifestanti pro Palestina – scesi in strada a Roma, il 5 ottobre – si segnalano diversi feriti. Quattro uomini della Guardia di finanza e 26 della Polizia di Stato hanno riportato delle contusioni. Anche i manifestanti, durante le cariche, hanno subito diversi traumi: una ragazza ha perso del sangue dalla testa, ma sarebbero molti di più i partecipanti per i quali sono necessarie le cure mediche. Intanto, le autorità hanno emesso 40 fogli di via da Roma: a ricevere il provvedimento dei manifestanti da varie città tra cui Varese, Livorno, Campobasso, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania e Bari. I fermati durante gli scontri sarebbero almeno quattro: sono stati portati in questura. Due di loro hanno ricevuto una denuncia a piede libero per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Resta al vaglio la posizione degli altri due.

Gli infiltrati al corteo

Stando a quanto dichiarato al megafono dai presunti organizzatori della manifestazione – nel pomeriggio -, la protesta si sarebbe dovuta sciogliere proprio per evitare gli scontri con le forze dell’ordine. L’appello non è stato accolto da tutti i partecipanti: una frangia si è staccata e si è diretta verso il blocco della polizia, dando il via agli scontri. Il Viminale, attraverso generiche fonti del ministero, ha confermato la presenza di infiltrati al corteo: «Da quanto avvenuto oggi a Roma, arriva la conferma della fondatezza delle ragioni poste alla base del divieto emesso dalla questura di Roma. La decisione è scaturita sulla base di valutazioni legate a informazioni acquisite nelle scorse settimane che lasciavano presagire rischi per l’ordine pubblico. Il primo fattore critico era rappresentato dagli infiltrati intenzionati a utilizzare una numerosa manifestazione per confondersi all’interno di un corteo più ampio e attaccare obiettivi sensibili oltre che le forze di polizia, come poi effettivamente avvenuto a piazzale Ostiense».

La nota di Meloni per gli agenti feriti

L’inizio del corteo

Si sono mosse intorno alle 17 le circa 10 mila persone che, a metà giornata, si sono radunate nella blindatissima piazza Ostiense, davanti alla Piramide Cestia, per partecipare alla manifestazione non autorizzata pro Palestina. I partecipanti hanno sfidato il divieto e i controlli e dalle 14 circa hanno iniziato a riempire l’area, intorno alla quale tutte le vie d’accesso sono presidiate da centinaia di agenti di polizia che monitorano gli ingressi. Dopo tre ore e alcuni tentativi di trattativa per uscire in corteo dalla piazza, i manifestanti si sono spostati verso viale di Porta Ardeatina, sempre nel perimetro del cordone presidiato dalle forze dell’ordine. Alcuni di loro, a volto coperto, si sono messi alla testa del corteo, improvvisando un servizio d’ordine. E da loro è partito il lancio di bombe carta, bottiglie di vetro e altri oggetti contro gli agenti che circondano la piazza, rendendola di fatto un recinto. Dai blindati della polizia sono entrati in funzione gli idranti, per allontanare e far arretrare i violenti. È poi partito il lancio di lacrimogeni e sono iniziate le cariche della polizia, per respingere i manifestanti dal cordone fino al centro della piazza. Una ragazza è rimasta ferita. Dopo qualche minuto di tensione, una mezz’ora in tutto, la manifestazione è tornata pacifica ma gran parte dei partecipanti aveva già lasciato la piazza con l’inizio degli scontri, causati da un piccolo gruppo di violenti.

I controlli

La questura aveva vietato il raduno, organizzato, nel fine settimana più vicino al primo anniversario degli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, e il Tar aveva confermato la decisione. Circa 1.600 sono state controllate dalle forze dell’ordine e 19 di loro sono state portate in questura per valutarne un allontanamento dal Comune di Roma tramite un foglio di via. Sarebbero tutti attivisti italiani, con precedenti penali o di polizia collegati a reati da ordine pubblico. La piazza è blindata, ogni accesso è presidiato da agenti di polizia – circa un migliaio quelli coinvolti in questa giornata -, un elicottero sorvola dall’alto e vengono visionati i documenti d’identità a chi intende entrare. I controlli sono stati effettuati anche ai caselli autostradali per individuare eventuali soggetti intenzionati a rendere violento il corteo.

Gli slogan dalla piazza

I cori più ricorrenti sono quelli rivolti al premier israeliano Benjamin Netanyahu e alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. Tra le altre cose, i manifestanti chiedono l’interruzione della vendita di armi o munizioni a Israele e del «genocidio» a Gaza.  «Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione», viene scandito al megafono, in riferimento agli attacchi di Hamas dello scorso anno, «chiediamo lafine dei bombardamenti. L’Italia deve prendere una linea chiara. C’è stata una mistificazione su questo corteo. Ci hanno detto che era una celebrazione di Hamas ma noi siamo qui per commemorare i nostri morti, i morti palestinesi. Gli unici che fanno celebrazioni qua in Italia sono gli amici di Israele e l’industria bellica italiana». I manifestanti sventolano anche bandiere di Hezbollah.

Il divieto della manifestazione pro Palestina a Roma

Nei giorni scorsi il corteo nelle strade della capitale era stato oggetto di controversie: vietato dalla questura, la cui decisione è stata confermata dal Tar del Lazio, ha comunque richiamato manifestanti da tutta Italia. Così si è fatta strada l’ipotesi di un presidio statico, in Piazzale Ostiense, ai piedi della Piramide Cestia per coniugare la voglia e il diritto di far sentire la propria voce con la sentenza del Tribunale Amministrativo. D’altro canto, alcuni gruppi, non potendo svolgere il corteo oggi, si erano detti disponibili a spostare la manifestazione al 12 ottobre.

Piantedosi: «Manifestazione illegale. Mi aspetto responsabilità»

La manifestazione di oggi «è illegale», ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «e verrà «gestita con equilibrio dalle nostre forze di polizia, di cui mi fido ciecamente». «Ci sono riunioni in corso anche in Questura e si stanno facendo valutazioni per capire gli scenari che si prospettano: voglio essere ottimista, ci aspettiamo che ci sia senso di responsabilità e che comunque non ci siano ricadute significative sull’ordine pubblico», ha proseguito il ministro, elogiando «il senso di responsabilità di chi ha accolto il provvedimento del questore dicendo che, autonomamente, avrebbe spostato alla prossima settimana ogni manifestazione».

Foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI

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