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Teo Teocoli, l’incontro con Celentano e la lite con Berlusconi. La tv di oggi? «Gli autori non sanno da dove cominciare, gli imitatori cantano troppo»

06 Ottobre 2024 - 10:58 Alba Romano
teo teocoli celentano
teo teocoli celentano
Nell'intervista a La Stampa, ricca di aneddoti, il comico e autore ricorda come furono proprio i "no" di Adriano a far decollare la sua carriera

Sull’amicizia «senza risposta» con Adriano Celentano, il collega Teo Teocoli non vuole aggiungere molto. Al podcast Tintoria di Stefano Rapone e Daniele Tinti aveva sfogato la sua delusione e amarezza per un rapporto che dopo 40 anni si è bruscamente interrotto. Il Molleggiato da cinque anni ha smesso di rispondere alle chiamate. E anche se, dopo qualche giorno, è stato lui stesso a spiegare a Teocoli – via social network – che lo fa per il suo bene, invitando a richiamarlo «tanto non rispondo», il comico è convinto che tornare a parlarsi sarebbe una buona idea. Anche perché di cose da dire ne ha tante, soprattutto di ricordi da condividere. Come emerge dall’intervista rilasciata a Filippo Maria Battaglia su La Stampa, del 6 ottobre, nella quale Teocoli ripercorre tutta la sua carriera snocciolando un aneddoto dopo l’altro, raccontando una Milano, e una televisione, che non c’è più e che lui ha attraversato nelle varie fasi.

L’incontro con Adriano Celentano

Celentano e Teocoli si “passano” solo 7 anni, il primo è del 1938 il secondo del 1945, ma quando si sono conosciuti Adriano era già famoso. «Andai a casa sua, in via Gluck», ricorda a Battaglia su La Stampa, «mi guardò e mi disse: “Oh, mi sembri uno specchio, dai vieni su”. E subito dopo: “Aspetta qui che devo andare in bagno. Ero così emozionato che stavo per entrare nel cesso con lui». Un bel pezzo della sua carriera lo deve proprio ai rifiuti di Celentano, che gli spalancarono le porte del Festival della canone napoletana prima e del musical Hair poi. «Adriano non voleva partecipare, mandò me. Modugno prese un milione di voti, io meno di cento. Poco dopo, Celentano venne agganciato per Hair e anche qui declinò», racconta ancora, «sul palco c’erano anche Renato Zero e Loredana Berté: uno si vestiva da moschettiere, l’altra da satanica».

Tra Brigitte Bardot e Loredana Berté

Proprio con Berté nacque un flirt. «Può immaginare quando giravano conciati così questi due, fuori dal teatro facevo da guardia del corpo», sorride Teocoli ammettendo la breve relazione con la cantante, «a furia di recitare nudi, più che il desiderio scattava una prassi. Eravamo tutti un po’ arrapati, ma con una certa discrezione». Sono gli anni del cabaret, del Derby, degli incontri con Enzo Jannacci, Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni. Non solo comici però, anche donne. Come quando Gala, la moglie di Salvador Dalì, provò a corteggiarlo: «Mi vide in un locale di Cadaqués, in Spagna, mi portò a vedere la casa e indicandomi una cupola mi disse: “Quella è la mia camera. Sopra c’è un foro, se fai l’amore lì sotto, tutto il paese ascolta». A Camargue si fermò da Brigitte Bardot, che lo prese in giro perché tutti i suoi amici e colleghi erano a Cannes a una festa. «Beh, non è poco», rispose lui, «si mise a ridere e giocammo a dadi».

Il litigio con Silvio Berlusconi

Arrivò quindi la televisione, in coppia con Massimo Boldi, quindi l’approdo alla corte del re della tv privata, Silvio Berlusconi. Con cui però il rapporto non fu sempre idilliaco. «Eravamo a Villa San Martino, sarà stata la fine degli Ottanta», un altro aneddoto, «oltre a me e Boldi c’erano Zuzzurro e Gaspare. A un certo punto, Berlusconi cominciò a intonare canzoni francesi e disse: “Questo dovete fare!”. Gli risposi: “Senta, lei continui a fare Milano 2 e magari faccia anche il manovale”. Mi fece accompagnare fuori». Una mossa che gli costò caro, per qualche anno fu messo ai margini anche dai colleghi. Poi Berlusconi lo ha richiamato per dargli un progetto nuovo: Scherzi a parte insieme a Gene Gnocchi.

La tv di oggi

In Mediaset e Rai Teo Teocoli ha conquistato la fama di ottimo imitatore anche per il grande pubblico, passando per programmi come Mai dire gol, La domenica sportiva, Quelli che il calcio. Ma non ha nostalgia della televisione: «Nessuna. Gli autori di oggi non sanno da dove cominciare. Le imitazioni? Tutte troppo canore».

Foto di archivio: ANSA/DANIELE MASCOLO

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