Riscaldamento, quando posso accendere il termosifone? Date e limiti orari per ogni città
Quando si può accendere il riscaldamento? L’Italia nelle ultime settimane è stata colpita da un brusco abbassamento delle temperature. E il freddo ha portato con sé anche la più classica delle domande di inizio autunno. Il calendario al momento in vigore, però, non fornisce una risposta univoca. L’Italia è divisa in sei differenti zone climatiche: in ciascuna di queste la normativa vigente regola la data di accensione dei termosifoni. Alla legge, ovviamente, si sovrappongono anche le singole ordinanze dei sindaci, che possono anticipare o posticipare l’attivazione del riscaldamento secondo necessità. Così come, in caso di sistemi centralizzati, le decisioni delle assemblee condominiali.
La divisone in sei zone climatiche
La divisione in sei aree climatiche del territorio nazionale è stata stabilita dal DPR n. 74 del 2013. una divisione che si basa sulla media delle temperature giornaliere e sui cosiddetti Gradi Giorno, cioè la somma della differenza giornaliera tra la temperatura dell’ambiente interno (convenzionalmente 20°) e la temperatura esterna. Maggiore è la differenza, prima si potrà attivare il riscaldamento. A ognuna delle zone, poi, è fornito un periodo prestabilito e una durata oraria limite per l’accensione dei riscaldamenti. In genere il via ai termosifoni è fissato in una data variabile tra il 15 ottobre e il 1° dicembre. Importante sottolineare come nella normativa siano incluse le abitazioni di privati e gli uffici, mentre sono esclusi ospedali, case di cure, scuole materne, asili nido e piscine. Ecco quali sono le zone climatiche per il 2025 e quali le date prestabilite per ognuna.
Zona F
È l’ultima fascia ma la prima in cui sarà possibile accendere il riscaldamento. Include infatti tutti i comuni d’Italia – prevalentemente montani – considerati più freddi. Include i territori delle province di Belluno, Trento e Cuneo. In questi vige un regolamento particolare per cui non sono poste limitazioni sull’uso dei termosifoni, che quindi possono rimanere accesi tutto l’anno.
Zona E
Comprende moltissime tra le principali città del Centro e del Nord. Tra queste Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza. Qui i caloriferi si potranno accendere dal 15 ottobre 2024 fino al 15 aprile 2025, per un massimo di quattordici ore al giorno.
Zona D
Comprende diverse città del Centro Italia, come Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia, Viterbo. Qui i caloriferi si possono accendere dal 1° novembre 2024 al 15 aprile 2025, per un massimo di dodici ore al giorno.
Zona C
In questa fascia il clima inizia a essere ben più mite rispetto alle prime tre zone. Include diverse città del Sud: Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. Qui il riscaldamento si può accendere dal 15 novembre 2024 al 31 marzo 2025, per un massimo di dieci ore al giorno.
Zona B e A
Le date di accensione sono le medesime (dal 1° dicembre 2024). A cambiare è la data di spegnimento: per la Zona B il 31 marzo 2025, per quella A il 15 marzo. Così come il tempo limite di utilizzo del servizio: in Zona B per otto ore, in quella A per sei. Nella Zona B sono comprese le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. In quella A Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.
Ordinanze dei sindaci e multe per i contravventori
Alla normativa base, però, si aggiunge appunto la possibilità per i sindaci di intervenire con ordinanze in base alle condizioni meteo specifiche. La possibilità di intervenire è legata esclusivamente a improvvisi cambi di temperature. Lo scorso anno, ad esempio, sia Milano che Bologna avevano posticipato l’accensione di una settimana. Quest’anno la provincia di Udine ha già concesso dal 5 ottobre l’accensione – anche se a livello facoltativo – degli impianti per un massimo di di sette ore giornaliere. Per chi non rispetta le date è prevista una multa. Si parla di una sanzione amministrativa compresa tra i 500 e i 3mila euro che andrebbe a colpire «il proprietario, il conduttore dell’unità immobiliare, l’amministratore del condominio o l’eventuale terzo».