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Da campione di canoa a senzatetto, la storia di Fabio Andolfo: «La vita da atleta è scivolata via»

07 Ottobre 2024 - 09:15 Redazione
La mancata convocazione agli Europei lo mandò in crisi: «Ero diventato un clochard, senza conoscere le regole della strada. Ora sono rinato grazie alla cucina», racconta al "Corriere della Sera"

Da campione giovanile a squadra di slalom in canoa a senzatetto. Fabio Andolfo, 43 enne di Vigevano, racconta al Corriere della Sera gli anni d’oro, tra il 1997 e il 1999, quando vinse il tricolore juniores, la sua svolta (in negativo), costretto a vivere in strada. E, infine, la rinascita. «Ero diventato un clochard senza conoscere le regole della strada, non scritte ma che comunque ci sono», racconta al giornale di Milano. A fine anni ’90, la mancata convocazione ai campionati europei lo mandò in crisi: «Ci tenevo, ci speravo, pensavo di meritarmelo – racconta -. Ma poi la Federazione scelse altri atleti». Così la drastica decisione di «appendere – spiega – la canoa al chiodo» e di dedicarsi alla barca a vela e a tanti altri mestieri. 

La strada e la nuova vita

Nel 2011 nacque sua figlia, due anni dopo la separazione da sua moglie. «Non sono stati anni semplici dal punto di vista legale, così ho mollato tutto e sono andato a Cagliari». Dal capoluogo sardo, Andolfo si trasferisce a Courmayeur. Qui, durante l’impiego in un albergo, ecco le prime conseguenze di alcuni vizi. Così si è spostato ancora, verso Milano. «Cercavo Simone Lunghi (l’Angelo dei Navigli di Milano, premiato con l’Ambrogino d’oro nel 2021, anche lui canoista che lo avvicinò alla canoa). Era l’unico con cui volevo parlare. Sono rimasto lì, ho dormito all’aperto. La seconda notte mi hanno rubato il telefonino. Ero diventato un clochard: dormivo di giorno perché mi sentivo più sicuro. Avevo intuito che rimanere troppo in strada significa non andarsene mai più. Ci si abitua troppo all’alienazione: non era per forza una sensazione negativa. Ma avevo comunque una figlia, dovevo rialzarmi per lei», afferma. Poi la “rinascita” anche grazie alla comunità che lo ha accolto. E, ora, c’è la nuova vita con la divisa da cuoco in un ristorante a Sestri Levante, in Liguria.

Foto copertina: ID 328402445 © Natalia Kokhanova | Dreamstime.com

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