Emanuela Orlandi e quella cassa sepolta sotto Santa Maria Maggiore. Pietro Orlandi: «Spero chiamino Chaouqui così chiarirà questa vicenda»
«Sono contento, l’ha detto spontaneamente e io mi auguro che adesso quanto meno chiamino Francesca Immacolata Chaouqui per capire se il suo discorso era vero o inattendibile». Queste le parole di Pietro Orlandi, commentando con l’ANSA l’audizione di giovedì scorso, nella Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi, le parole di monsignor Valentino Miserachs Grau, maestro di canto corale della scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria“, frequentata da Emanuela. Miserachs Grau, oggi canonico onorario della basilica di Santa Maria Maggiore, ha dichiarato giovedì alla Commissione che un giorno si presentarono da lui Chaouqui e Pietro Orlandi. Chaoqui avrebbe chiesto al monsignore di aprirle i sotterranei della Basilica per recuperare una cassa che lei disse di aver posizionato quando era membro della Commissione vaticana Cosea. Senza specificare che cosa ci fosse all’interno. Un aspetto che fu raccontato in passato anche da Pietro Orlandi. Precisamente lo scorso gennaio, durante l’ultimo sit-in per sua sorella, nel giorno della sua nascita, riferì di una cassa con presumibilmente dentro “cose” riguardanti Emanuela, depositata nei sotterranei di Santa Maria Maggiore. Qualche mese dopo Pietro si presentò nella Basilica con Chaouqui che gli parlò proprio di quel contenitore, ma fu rimbalzato dal monsignore.
Il monsignore e quella richiesta sulla “cassa dei prosciutti”
«Chaouqui – spiega ora all’ANSA Pietro Orlandi in vista di un incontro pubblico che avrà oggi pomeriggio nella Sala della Protomoteca in Campidoglio – disse che era una cassa di legno, tra di loro la chiamavano la ‘cassa dei prosciutti’, lei e monsignor Vallejo Balda. Un altro particolare che ricordo è che disse che doveva essere di meno di un metro. L’incontro con mons. Miserachs fu il 4 marzo del 2024 ma lui spiegò di non poter aiutare perché la basilica è stata commissariata e lui non ha più accesso alla zona sottostante».
Chi è l’arcivescovo della Basilica di Santa Maria Maggiore
Il “commissario” della Basilica è Rolandas Makrickas, lo stesso prelato che non ha voluto rispondere alle domande sul caso della casa a Il Fatto Quotidiano. Il 20 marzo 2024, ricostruisce la testata, ponendo fine al suo ruolo di commissario e ridefinendo il ruolo dei canonici della Basilica, papa Francesco lo ha nominato arciprete di Santa Maria Maggiore. E proprio ieri, 6 ottobre 2024 (poche ore dopo esser stato chiamato da Il Fatto), durante l’Angelus in Piazza San Pietro papa Francesco ha annunciato la sua elezione a cardinale durante il prossimo Concistoro previsto per l’8 dicembre. La cassa, in base a quanto emerso nell’audizione di monsignor Valentino Miserachs Grau e secondo quanto dichiarato da Pietro Orlandi, fu consegnata dapprima al cardinale della Basilica Santos Abril. Poi sarebbe stata portata nel sotterraneo dove c’è il cimitero dei canonici. E ora, con la chiesa “commissariata”, quello spazio era sotto il controllo di Makrickas.
L’incontro su Emanuela in Campidoglio
All’incontro di oggi in Campidoglio “41 anni senza arrendersi“, nella sala della Protomoteca, porteranno il loro saluto istituzionale, il senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione di inchiesta bicamerale per le scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi, e il deputato Cinque stelle membro della Commissione, Francesco Silvestri. L’incontro è stato promosso da Federica Festa, autrice de “Il volo delle farfalle”, spettacolo sul caso della ragazza scomparsa. «Sono pronto a rispondere a tutte le domande – spiega ancora Pietro Orlandi -, non voglio più tanto parlare io quanto avere la possibilità di rispondere ai tanti dubbi che questa vicenda continuamente solleva». E ricorda poi che proprio oggi 7 ottobre, «sarebbe stato il compleanno di Mirella Gregori e anche con lei c’è un dovere di verità».