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«Pensa di essere Jackie Chan»: squalifica di 10 giornate a Marco Curto per la frase razzista durante l’amichevole con i Wolves

07 Ottobre 2024 - 23:13 Massimo Ferraro
marco curto squalificato fifa frase razzista amichevole wolverhampton
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Il difensore del Como, ora al Cesena, quest'estate è stato protagonista di un brutto episodio nel match di preparazione contro il Wolverhampton

Dieci giornate di squalifica, poi ridotte a cinque, per «comportamento discriminatorio» nei confronti di un avversario durante un’amichevole estiva tra il Como e il Wolverhampton. È la decisione della Fifa presa per quanto avvenuto a Marbella, in Spagna, lo scorso luglio quando Marco Curto, difensore del Como, si è rivolto in maniera scorretta a un avversario dei Wolves. «Ignoralo, pensa di essere Jackie Chan», ha detto a un compagno di squadra, riferendosi all’attaccante sudcoreano Hwang Hee-chan, durante un parapiglia in campo successivo a uno scontro di gioco. Secondo il collegio che ha valutato quanto accaduto, si è trattato di un insulto di stampo razzista e il 25enne difensore di proprietà del Como, attualmente in prestito al Cesena, è stato ritenuto colpevole. Curto dovrà prestare lavori sociali e seguire corsi di formazione presso un’associazione indicata dalla stessa Fifa. Dopo l’amichevole, i Wolves avevano presentato una protesta ufficiale alla Uefa ed era intervenuta anche la Federcalcio Coreana per tutelare il proprio giocatore della nazionale. La squalifica è stata ridotta a cinque partite da dieci: «La metà di queste partite è sospesa per un periodo di prova di due anni, e il giocatore dovrà prestare servizio alla comunità e sottoporsi a formazione ed educazione con un’organizzazione approvata dalla Fifa», ha spiegato un portavoce dell’organo direttivo del calcio mondiale. «Accogliamo con favore la decisione della FIFA di sanzionare Marco Curto a seguito dell’incidente discriminatorio durante il nostro amichevole pre-stagione contro il Como», ha commentato il direttore delle operazioni calcistiche e dell’amministrazione dei Wolves, Matt Wild, «la sospensione emessa nei confronti del giocatore trasmette un chiaro messaggio che il razzismo e i comportamenti discriminatori non saranno tollerati nel calcio o nella società».

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