Il ministro Piantedosi e le manifestazioni per il 7 ottobre: «Rischio radicalizzazione»
Dopo gli scontri a Roma in occasione della manifestazione dei Giovani Palestinesi a piazzale Ostiense il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dice che non ci sono informazioni specifiche su una crescita del rischio di attentati. Ma «c’è una crescente radicalizzazione di alcune posizioni e la evidente suggestione di alcuni di cavalcare i temi della crisi insorta con gli attacchi del 7 ottobre scorso allo scopo di rinnovare comportamenti e progetti di destabilizzazione, creando un clima di tensione». Tutto questo, dice, ci ha imposto di elevare al massimo livello tutte le attività sia di prevenzione sia di presidio a difesa degli obiettivi sensibili. Le forze di polizia, come sempre, hanno predisposto servizi e misure con l’obiettivo di scongiurare ogni possibile criticità, tanto più in occasione di una ricorrenza come questa».
La radicalizzazione islamista
Secondo Piantedosi «è soprattutto in relazione all’acuirsi della crisi in Medio Oriente che stiamo registrando evidenti riflessi sul nostro Paese, al pari di quanto succede un po’ in tutto il mondo. Come detto, ciò costituisce il principale fattore di preoccupazione di possibili crescenti processi di radicalizzazione islamista e perché rappresenta un richiamo all’azione di appartenenti alle varie aree dell’antagonismo, sempre alla ricerca di temi da cavalcare. Il conflitto tra Russia e Ucraina, invece, ci espone a tutti i rischi di una guerra ibrida e di propaganda che possono colpire noi e tutti gli alleati NATO». Sui lupi solitari, invece, «l’impegno in chiave di massima prevenzione finora messo in campo è stato di grande importanza: solo per citare un dato dal 7 ottobre scorso abbiamo allontanato dal nostro territorio 90 persone che rappresentavano un rischio per la sicurezza nazionale».
Il divieto
Piantedosi dice che i fatti hanno dimostrato che il divieto della questura era necessario: «Si è trattato di una decisione fondata su elementi oggettivi grazie alla quale si è potuto evitare che manipoli di violenti si confondessero ancor più facilmente in una manifestazione significativamente più numerosa, per realizzare l’unico reale obiettivo di esprimere violenza. E questo si coglieva già dai proclami che avevano accompagnato alcuni preavvisi della manifestazione, anche con inaccettabili riferimenti alla volontà di celebrare un eccidio». E conclude: «Contenendo con equilibrio i manifestanti, le forze di polizia hanno salvato il centro di Roma da probabili violenze e da danneggiamenti che sarebbero stati difficilmente controllabili. Nelle immagini che abbiamo visto c’è la riprova della fondatezza dei ragionamenti alla base dell’emanazione del divieto».