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Pisa, Beni Arshiaj ucciso con un colpo di pistola davanti al figlio: «Sembra un’esecuzione, ma non si sa perché»

07 Ottobre 2024 - 13:23 Redazione
Carabinieri
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Sparati 5 colpi mentre scendeva da furgone di ritorno dal lavoro. Alcuni testimoni hanno detto di avere visto due persone allontanarsi rapidamente in scooter

Sarebbe stato vittima di «un’autentica esecuzione», Beni Arshiaj, 37 anni, ucciso ieri sera intorno alle 21 a Oratorio, periferia Sud-Est di Pisa, davanti a uno dei suoi due figli. Questa è l’ipotesi principale sulla quale stanno lavorando i poliziotti della squadra mobile della questura di Pisa. L’uomo, un piastrellista albanese, era appena rientrato a casa e aveva parcheggiato il suo furgone, quando è stato raggiunto da almeno cinque colpi che gli sono stati sparati da distanza ravvicinata. Sul posto sono stati, infatti, trovati tuti e cinque i bossoli di pistola calibro 22. Ma solo un proiettile, stando alla ricostruzione degli investigatori, sarebbe andato a segno: un colpo mortale alla tempia. Gli inquirenti sono al lavoro anche per contestualizzare il movente e l’ambiente in cui potrebbe essere maturato il delitto. Beni lascia la moglie e due bimbi: una femminuccia di 5 anni e un maschietto di 9.

Il lutto della città

La zona, una corte vicina alla parrocchia della frazione, non è coperta da telecamere né ci sarebbero testimoni oculari, anche sé alcune persone hanno detto di avere visto due persone allontanarsi rapidamente in scooter subito dopo avere udito gli spari. Sconvolto il quartiere di Oratorio dove stava per partire la processione per la Madonna del Santo Rosario, che è stata poi sospesa. Sui social il parroco scrive: «Al suono gioioso delle campane si è mischiato lo scoppio freddo di colpi mortali. Non abbiamo fatto la nostra processione stasera, e siamo tornati alle nostre case velocemente, frastornati, stupiti, incuriositi, spaventati…». Il 37enne, scrive Ansa, lavorava sia come piastrellista che come giardiniere. Dettagli sui quali la polizia sta lavorando in cerca di riscontri e di elementi utili a ricostruire le ultime ore della vittima. 

Una domenica spensierata

«Solo il Signore sa cosa è successo», ha commentato ad Ansa Dorian Atsiot, il cognato del 37enne ucciso. Appresa la notizia è partito immediatamente dalla Germania, dove vive e lavora, per stare vicino alla sorella e ai due nipoti.  «Sono arrivato solo stamani, volevo vedere più che altro i bambini, sono loro che hanno bisogno» ha raccontato Dorian ai cronisti davanti casa. «E’ lui che ha visto il padre morto nel furgone – racconta Dorian tra le lacrime -, così mi ha raccontato mia sorella». La famiglia aveva trascorso una domenica spensierata.  «Lui e i bambini erano andati insieme a lavare sia la macchina che il furgone – racconta ancora il cognato della vittima – erano andati anche a pranzo insieme in un fast food». Le persone vanno e vengono dalla casa dell’uomo. Un amico di infanzia appena saputo quanto accaduto si è subito precipitato sul posto. «Quando sono arrivato il furgone era ancora acceso anche se il fatto era accaduto da un’ora, la moglie e i bambini erano sotto shock – racconta l’uomo -. Siamo cresciuti insieme poi a causa dell’immigrazione ci siamo persi e ritrovati questa estate al mare a Tirrenia (Pisa), ricordo che stava festeggiando il compleanno della bambina».

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