La suora badante molestata dal figlio della sua assistita. La madre superiora le ordina di continuare a vivere in quella casa: lei lascia i voti
Suor Caterina (nome di fantasia, ndr) era arrivata dalla Nigeria nel 2018 per aderire a una congregazione religiosa dei Castelli Romani. Che la faceva anche lavorare nelle Rsa o come badante per alcune famiglie romane. All’inizio di gennaio 2020 prestava servizio in zona Tuscolana per assistere una persona anziana. Una sera il figlio 38enne della donna è entrato nudo nella sua stanza chiedendole di avere un rapporto con lei. Allora lei ha raccontato tutto alla congregazione. La madre superiora però le ha risposto: ritorna in quella casa. E così è andata alla polizia a denunciare tutti. E nel frattempo ha lasciato i voti.
La storia
Secondo il racconto suor Caterina è uscita subito dalla stanza quando l’uomo le si è presentato davanti nudo. Aveva cercato supporto nella congrega. Ma la madre superiora le ha detto invece di tornare a lavorare. A ottobre 2020, dopo essersi allontanata dall’istituto, ha denunciato di essere vittima di sfruttamento del lavoro. Facendo il nome della madre superiora e di altre suore. Gli inquirenti però hanno archiviato il provvedimento. A dicembre 2020 è arrivata la denuncia per violenza sessuale. Tramite le analisi dei tabulati telefonici, spiega oggi Il Messaggero, gli inquirenti hanno confermato la presenza della vittima in quella casa dal mese di gennaio al mese di luglio del 2020 e sono risaliti all’identità del figlio dell’anziana, accusato dalla suora di violenza sessuale.
Il processo e la suora
L’uomo è ora a processo a piazzale Clodio. Lei invece ha lasciato i voti, ha avuto un figlio e vive con lui a pochi passi da Roma. Mentre appena un anno prima della denuncia di suor Caterina, era finito a processo, su richiesta della procura di Roma, un noto sacerdote che lavorava come psicoterapeuta nel mondo ecclesiale, accusato da una religiosa di violenza sessuale. «Nella veste di psicoterapeuta e nello stesso tempo di sacerdote – riportava il capo di imputazione – costringeva la sua suora, sua paziente, a compiere e subire atti sessuali» in diverse incontri tra il 2009 e il 2013».