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I due dipendenti licenziati dallo Ior perché si sono sposati: «Hanno cambiato il regolamento per noi»

07 Ottobre 2024 - 07:08 Alba Romano
sposi licenziati ior
sposi licenziati ior
«Ci rivolgeremo a Papa Francesco»

Flavio e Francesca sono i due dipendenti licenziati dall’Istituto delle Opere Religiose in Vaticano perché si sono sposati. Dal primo ottobre il loro matrimonio è incompatibile con le norme dell’istituto. Dopo aver lavorato rispettivamente per 13 e 11 anni. I clienti ci stimavano e i dirigenti ci consideravano indispensabili». Il licenziamento, dicono oggi al Corriere della Sera, è solo l’ultimo atto di una lunga serie di pressioni ricevute: «Va detto che veniamo da due matrimoni precedenti, annullati con la sacra rota. I problemi, per noi, incominciano due anni fa». Racconta Francesca: «In quel periodo ebbi un ricovero al Policlinico Gemelli per problemi di salute, la nostra storia era già nota e lì iniziarono le difficoltà».

Il regolamento dello Ior

«Per prima cosa mi fu obiettato che avrei dovuto documentare meglio quel periodo della mia malattia, producendo diagnosi e quant’altro benché i medici avessero già attestato il mio stato di salute», prosegue lei. E lui: «Ricordo che andavo in giro per l’ufficio sforzandomi di capire quali attestati fossero necessari». Il regolamento, spiegano, è cambiato per diventare ad personam «contro di noi. Perché? Non abbiamo una spiegazione». Dopo il ritorno in servizio di Francesca, raccontano, «avevamo programmato una settimana di ferie per andare a sciare con i bambini. Ma fui convocata nella stanza del personale e mi dissero che quei giorni erano stati revocati. Poi, aggiunsero, era in arrivo una comunicazione importante». Ovvero, lo spostamento di Francesca: «Dall’ufficio pagamenti finii all’ingresso».

Lo spostamento

A quel punto, spiega Francesca, «mi trovai a fare una sorta di lavoro da usciere, unica donna tra gli oltre 100 dipendenti della banca vaticana con simili mansioni. Di colpo mi trovai a fissare il vuoto, capitava di incontrare clienti che mi conoscevano nelle mie precedenti mansioni, era imbarazzante ma mi dicevo “passerà”». Poi è precipitato tutto «il 2 maggio scorso quando ci venne annunciata l’introduzione di un nuovo articolo del regolamento che pareva scritto su misura per noi…». Hanno chiesto a entrambi le dimissioni: «Sì, avremmo dovuto scegliere fra chi di noi due avrebbe dovuto licenziarsi». Ma non l’hanno fatto: «Abbiamo dei figli, avremmo dovuto dire “da oggi papà o mamma non lavora più”?».

Le misure disciplinari e il licenziamento

A quel punto sono arrivate le punizioni: «Ci hanno anche tolto 700 euro di stipendio, sia a me che a lei. È accaduto quando la storia è affiorata su un quotidiano». Si sono poi sposati «ad agosto scorso. Ma da febbraio scorso tutto era noto. Comunicammo fin nei minimi dettagli cambio di residenza, stato di famiglia…» Ed è arrivato il licenziamento: «Ci convocarono assieme quel giorno. Erano le 9. Scoprirono la lettera di licenziamento. Ci fecero lavorare fino alle 16,30 poi restituimmo il tesserino». Avete scritto a Papa Francesco? Lei: «Sì. Non lascerà una famiglia senza lavoro».

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