Usa 2024, record di spesa per la campagna elettorale di Trump e Harris: quasi 16 miliardi di dollari
Quella del 2024 per eleggere il successore di Joe Biden alla casa Bianca sarà la campagna elettorale più costosa di sempre negli Stati Uniti. Secondo il portale OpenSecrets, che analizza donazioni e spese dei candidati alla presidenza americana, lo staff della Democratica Kamala Harris e quello del Repubblicano Donald Trump hanno raccolto, e useranno da qui fino al giorno del voto, quasi 16 miliardi di dollari. Un record raggiunto grazie anche al contributo dei Pac e super Pac – i comitati di grandi donatori previsti nel sistema di finanziamento privato ai partiti negli Usa – che dovrebbe superare in questa tornata i 5 miliardi di dollari. Quella di OpenSecrets è però una proiezione, basata sui dati disponibili a questo punto della corsa presidenziale, ed è lo stesso gruppo di ricerca a evidenziare come l’inflazione abbia inciso sul valore complessivo della campagna. Adeguando le precedenti elezioni al livello di inflazione attuale infatti emerge come sia stata quella del 2020 l’elezione più costosa – finora – per i candidati, all’epoca Biden e Trump. Furono spesi 15,1 miliardi di dollari, che con l’inflazione di oggi sarebbero 18,3, mentre le stime per il 2024 dicono che quella attuale costerà 15,9 miliardi. Un’esplosione dei costi e dei finanziamenti, se si pensa che otto anni fa si erano superati di poco i 6,5 miliardi di dollari nominali – circa 8,5 miliardi con l’adeguamento dell’inflazione.
Donazioni e spese di Harris e Trump
Il passaggio di consegne in corsa da Biden a Harris ha stimolato la raccolta fondi dei Democratici. La candidata Dem, tra luglio e settembre e secondo quanto è fin qui noto, avrebbe raccolto circa 1 miliardo di dollari. Nello stesso periodo invece Trump è riuscito a tirar su 430 milioni di dollari, meno della metà. «Alla fine di agosto, Harris e il Partito Democratico hanno dichiarato di avere 404 milioni di dollari in contanti. Trump e il Partito Repubblicano hanno dichiarato di avere 283 milioni di dollari alla fine di settembre», ricostruisce OpenSecrets, «sulla base delle tendenze precedenti, OpenSecrets prevede che questa cifra verrà spesa prima del giorno delle elezioni, oltre al denaro che verrà raccolto durante ottobre, che potrebbe facilmente superare altri 500 milioni di dollari». Le spese esterne, finanziate per la maggior parte dai comitati come Pac e super Pac, favoriscono i Repubblicani, diversamente da quanto avvenuto nel 2020, quando furono i Dem a spendere di più. Il 4 novembre poi si voterà non solo per il presidente, ma anche per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti e di un terzo dei seggi del Senato. Alla Camera per ora hanno speso di più i Repubblicani, ma la tendenza generale dice che alla fine sarà maggiore l’impegno economico dei liberal. Così come al Senato, sul quale i donatori Democratici hanno investito 150 milioni di dollari in più rispetto ai loro avversari, «almeno il 75% in più della controparte per ogni corsa al seggio».