In Evidenza Cop29Donald TrumpGoverno Meloni
POLITICACassa integrazioneDaniela SantanchèFdIInchiesteInpsMilanoRomaVisibilia

Caso Visibilia, i legali di Santanchè chiedono il trasferimento del processo a Roma. Ammessa l’Inps come parte civile

09 Ottobre 2024 - 15:50 Felice Florio
Si è conclusa la prima udienza preliminare del filone in cui la ministra, tra gli altri, è accusata di truffa aggravata per la cassa integrazione in deroga pensata per l'emergenza Covid. Prossima udienza a fine mese

La prima puntata del procedimento penale in cui è accusata la ministra del Turismo si è conclusa nel giro di un’ora. Daniela Santanchè, assente in aula, ha fatto trapelare «ottimismo» a distanza, ma bisognerà attendere il 23 ottobre per la prossima udienza preliminare e, quindi, avere sviluppi sul futuro dell’esponente di Fratelli d’Italia. I suoi legali, comunque, hanno chiesto di spostare la sede del procedimento da Milano – sede attuale – a Roma, per ragioni di competenza territoriale. La gup Tiziana Gueli si è riservata di decidere sull’istanza presentata entro il 23 ottobre: potrà respingerla, accoglierla o rimettere la questione alla Cassazione. Sempre la difesa di Santanchè ha fatto richiesta di modifica dell’accusa: da truffa aggravata a indebita percezione di erogazioni pubbliche. Anche su questo aspetto la magistratura non si è espressa.

La giudice Gueli, invece, ha deciso di ammettere l’Inps come parte civile nel processo, sia per i danni patrimoniali subiti sia per i danni di “disservizio” e immagine. L’istituto avrebbe versato oltre 126 mila euro alle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria per l’utilizzo della cassa integrazione in deroga del periodo Covid. Stando all’impianto accusatorio, la cassa integrazione sarebbe stata erogata a 13 dipendenti che, in realtà, non avrebbero mai smesso di lavorare per le società riconducibili a Santanchè. Insieme all’esponente meloniana, sono accusati il suo compagno, Dimitri Kunz, e il collaboratore Paolo Giuseppe Concordia.

La società Visibilia Editore, a cui è stata contestata la cassa integrazione per sette dipendenti – con un’erogazione totale di quasi 37 mila euro -, ha proposto un patteggiamento alla corte: se il gup glielo accorderà, non saranno applicate né confische né interdizioni. Nell’istanza di patteggiamento, che ha ricevuto il parere favorevole della procura, Visibilia Editore ha proposto il pagamento di una sanzione pari a 23 mila euro, in aggiunta alla cifra contestata dall’Inps. Infine, Visibilia Concessionaria è imputata per il presunto uso scorretto della cassa integrazione per sei dipendenti, a cui sarebbero stati erogati quasi 90 mila euro durante l’emergenza Covid.

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche