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Le migliori università del 2025: Oxford ancora in testa, Bologna prima delle italiane. L’Asia guadagna sugli atenei europei

09 Ottobre 2024 - 08:30 Alba Romano
classifica università bologna sapienza oxford asia europa
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Secondo il THE World University Rankings, sono 91 gli istituti europei nella top 200. Tra questi, Bologna, Normale di Pisa e Sapienza di Roma

Le università europee perdono sempre più terreno rispetto a quelle asiatiche. È quanto emerge dall’annuale Times Higher Education (THE) World University Rankings. Nel 2019 gli atenei del Vecchio Continente erano 99 nelle prime 200 classificate. Dopo cinque anni il numero è calato a 91, in favore di un’istruzione terziaria in grande crescita nell’estremo Oriente (in primis Cina e Giappone). A pagare dazio in Europa sono alcune eccellenze: Olanda, Francia e Svizzera su tutti. L’Italia, con 3 università nelle prime 200 posizioni, si assesta secondo i ricercatori come uno dei pochi «punti di luce» continentali. A livello globale, invece, Oxford domina ancora la classifica.

La situazione europea

Un ranking completo e complesso: poco meno di 2.100 atenei – da 115 Paesi – ordinati sulla base dell’incrocio e del confronto di 18 “indicatori di performance”. Insegnamento, ricerca, capacità di trasferire conoscenze e internazionalizzazione sono i principali ambiti. Dalla analisi del Times Higher Education la situazione europea è in lento ma continuo peggioramento. Non solo per l’uscita di otto università dalla top 200 mondiale. Due dei Paesi più importanti a livello di istruzione sono in netto declino. In Francia 10 atenei hanno registrato il loro peggior risultato di sempre e 19 hanno perso posizioni. In Svizzera, nonostante le più affermate – ETH di Zurigo and École Polytechnique Fédérale de Lausanne – reggano il confronto con le migliori al mondo, la performance di oltre la metà degli istituti è in calo. Si registra una leggera controtendenza nei Paesi dell’Europa Centrale. La Germania vive grazie alla Technische Universität München il suo miglior risultato (26°). In netta crescita anche il Belgio, con 10 atenei tra i migliori 200, e la Svezia, che entra nella top 50 con il Karolinska Institutet di Solna di cui fa parte la commissione che assegna il premio Nobel per la Medicina.

Italia «punto di luce»

E l’Italia? Secondo i ricercatori del Times Higher Education, il nostro Paese «è uno dei punti di luce» a livello di istruzione terziaria. Questo nonostante solo 8 su 55 atenei abbiano migliorato la loro posizione in classifica e 15 l’abbiano peggiorata. A dare una grande spinta sono la qualità della ricerca e l’abilità di collaborare con il settore industriale e del lavoro, ambiti in cui le università italiane sono leader in Europa. Tre le istituzioni presenti nella top 200. La migliore (146° posto) è l’università di Bologna, che scala 9 posizioni rispetto a un anno fa. Un salto ancora più netto lo compie la Scuola Normale Superiore di Pisa, che guadagna 14 posti e sale al 154°. In leggero calo la Sapienza di Roma, che dal 181° passa al 185°. Oltre a queste eccellenze, l’Italia può vantare altri 4 atenei tra i migliori 250 al mondo: Politecnico di Milano, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università di Padova e Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Non solo. Con i suoi 55 istituti, è il secondo Paese europeo più presente in classifica dopo il Regno Unito, che ne porta addirittura 107.

La crescita asiatica

C’è poi il capitolo Asia. Dal 2021, nella top 200 sono entrati 211 nuovi atenei. Di questi, solo il 17% sono europei mentre il 60% è asiatico. Questo è solo uno dei dati che certifica il progressivo e netto miglioramento dell’istruzione orientale, trascinato da Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud. «La concorrenza nella classifica sta aumentando di anno in anno e proviene dall’Asia, con le università della Cina e della Corea del Sud, in particolare, che stanno rapidamente scalando la classifica», è il commento del chief global affairs officer di THE Phil Baty. «Con un numero maggiore di università partecipanti ogni anno, diventa sempre più difficile mantenere una posizione in classifica. Le università europee devono impegnarsi ancora di più se vogliono mantenere la loro posizione nelle zone alte della nostra classifica».

Oxford ancora la migliore al mondo

A livello globale in testa a tutti, per il nono anno consecutivo, c’è sempre Oxford. Dietro, invece, cambia un po’ tutto. Il Massachusetts Institute of Technology (Mit) e Harvard scalano una posizione a testa e salgono rispettivamente secondo e terzo. Cala Stanford, che perde quattro posizioni e si classifica sesto dietro anche a Princeton e Cambridge. A chiudere le migliori 10 università al mondo sono il California Institute of Technology, l’università di Berkeley, l’Imperial College London e Yale. Facile notare come le prime posizioni abbiano tutte il marchio di fabbrica americano o inglese. Bisogna aspettare l’undicesima piazza per trovare la prima europea (Eth di Zurigo). Seguita a ruota dai primi atenei asiatici: 12° e 13° sono le università cinesi di Tsinghua e Peking, 17° la National University of Singapore. L’eccellenza sta spostando il suo asse sempre di più verso l’Oceano Pacifico.

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