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Israele-Hezbollah, è battaglia in Libano. Due morti per i razzi nello Stato ebraico. Attesa per il colloquio Biden-Netanyahu sull’Iran

09 Ottobre 2024 - 16:01 Ugo Milano
A Beirut sarebbe stato arrestato un sospetto israeliano. Per la Russia Hezbollah «è organizzata e ha una catena di comando funzionante»

Due cittadini israeliani, un uomo e una donna, sono rimasti uccisi oggi a Kiryat Shmona da un razzo lanciato dal Libano. I missili di Hezbollah non facevano vittime in Israele dal 27 luglio scorso, quando 12 ragazzini rimasero uccisi dall’impatto di un razzo sul campetto da calcio di Majdal Shams, nel Golan. Nel sud del Libano intanto ci sarebbero stati nelle scorse ore nuovi scontri diretti tra truppe Idf e miliziani di Hezbollah, all’altezza della località di Meis-el-Jabal. Il segno che Israele sta provando a sfondare le resistenze del movimento sciita nella sua roccaforte. Ieri in analoghi scontri tre soldati dello Stato ebraico sono rimasti seriamente feriti, riporta il Times of Israel. L’aviazione israeliana ha anche lanciato nuovi raid aerei su diverse località del sud del Libano nel tentativo di piegare Hezbollah. Obiettivo ancora lontano, per lo meno secondo la visuale di Mosca. Il movimento terroristico libanese «dimostra di essere ancora organizzato e non ha perso la sua catena di comando» nonostante i duri colpi subiti nelle ultime settimane, ha dichiarato oggi la portavoce del Cremlino Maria Zakharova.

L’arresto dell’israeliano sospetto a Beirut

Secondo quanto riportano i media libanesi un cittadino israeliano con passaporto britannico sarebbe stato arrestato a Beirut. Si tratterebbe di Joshua Tartakovsky, 42 anni: ufficialmente registrato come giornalista per il quotidiano del partito comunista israeliano Zo HaDerech, vi avrebbe pubblicato però appena due articoli in tutto l’anno.

La risposta all’Iran e la telefonata Biden-Netanyahu

Sul fronte regionale più ampio intanto si attende ancora di capire in che tempi e modi Israele progetta di dare l’annunciata risposta al massiccio lancio di missili dall’Iran della scorsa settimana. Il tema sarà con ogni probabilità al centro del colloquio telefonico che Benjamin Netanyahu dovrebbe avere oggi con Joe Biden, il primo tra i due leader da diverse settimane. Al di là della solidarietà formale di fronte all’Iran i rapporti tra i due governi sono pessimi, e secondo il Wall Street Journal Israele continuerebbe a non condividere dettagli dei suoi piani con la Casa Bianca, così come fatto pure in occasione del maxi-bombardamento su Beirut nel quale fu assassinato Hassan Nasrallah e decapitata la leadership di Hezbollah. Secondo i media israeliani in un vertice fiume durato 5 ore ieri Netanyahu e i vertici dell’esercito e dell’intelligence avrebbero preso «importanti decisioni» sulle prossime azioni di Israele. Biden ne chiederà conto a Netanyahu, cercando di tenere a freno la sua ormai cronica frustrazione. Proprio ieri è emerso come nei mesi scorsi avrebbe dato al leader israeliano del «figlio di p***a» in uno dei (tanti) sfoghi privati coi più stretti collaboratori. Notizia non smentita dalla Casa Bianca.

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