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Mario Draghi promuove il Green Deal: «Dobbiamo essere ambiziosi, la crescita economica arriva da lì»

09 Ottobre 2024 - 15:55 Gianluca Brambilla
mario draghi green deal ue
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L'intervento dell'ex premier durante una tavola rotonda della Iea a Parigi: «I benefici delle rinnovabili devono tradursi in bollette più basse, altrimenti c'è un problema»

A un mese esatto dalla presentazione del suo attesissimo rapporto, Mario Draghi torna a parlare della sua ricetta per rilanciare la competitività dell’Unione Europea. Una ricetta che, secondo l’ex presidente della Bce, passa anche (se non soprattutto) da un fattore: tenere la barra dritta sulle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. «Dobbiamo rimanere ambiziosi con gli obiettivi sul clima. Uno degli obiettivi della decarbonizzazione è renderci più competitivi e supportare la crescita economica», ha detto Draghi nel corso di una tavola rotonda a Parigi organizzata dalla Iea, l’Agenzia internazionale per l’energia.

Il nodo dei prezzi dell’energia

Nel corso del suo intervento, l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce ha elogiato la strategia europea delineata nel Green Deal, ma anche messo in guardia i vertici Ue: «Dobbiamo essere ambiziosi, ma anche imparare dall’esperienza. Se le nostre imprese pagano l’energia molto di più dei competitor americani e cinesi non c’è modo di essere competitivi», ha ammonito Draghi. Ma per risolvere il problema alla radice, ha continuato Draghi, è bene guardare alla questione dal giusto punto di vista: «Sono i prezzi alti dell’energia, non gli impegni per affrontare la crisi climatica, a mettere a rischio i posti di lavoro in Europa». E secondo l’ex presidente della Bce, è proprio da questo equivoco che nascono alcune resistenze dell’opinione pubblica alle politiche per il clima: «Dobbiamo far sì che i costi più bassi delle rinnovabili arrivino davvero all’utente finale. Finora non l’abbiamo fatto abbastanza e questo è un problema».

Le due soluzioni alla dipendenza dalla Cina

Nel suo intervento, Draghi ha parlato anche di uno dei punti più dolenti della strategia europea, ossia la dipendenza dalle importazioni estere – in particolare dalla Cina – per i cosiddetti critical raw materials, ovvero i materiali ritenuti indispensabili per le tecnologie chiave della transizione ecologica. «Nel medio-lungo termine, la risposta è sopratutto una: l’innovazione. Dobbiamo mettere a punto tecnologie che riescano a fare a meno di minerali che in Europa non abbiamo. È una cosa perfettamente possibile», osserva l’ex premier italiano. L’altra strada per ridurre la forte dipendenza dalla Cina, che controlla la stragrande maggioranza della produzione dei materiali critici, è il riciclo. «Secondo alcune stime, la circolarità dei materiali può coprire il 50% della domanda di questi materiali», ha ricordato Draghi durante la tavola rotonda della Iea a Parigi.

Il report della Iea sulle rinnovabili

L’intervento di Draghi dalla sede della Iea a Parigi arriva nello stesso giorno in cui l’Agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato il suo report annuale sulle fonti rinnovabili. Il documento prevede che entro il 2030 le fonti rinnovabili saranno in grado di generare quasi la metà dell’elettricità globale, con la quota proveniente da eolico e solare che raddoppierà fino a coprire il 30% del totale. La previsione è che la capacità rinnovabile globale crescerà di 2,7 volte entro fine decennio, restando però al di sotto dell’asticella fissata lo scorso anno alla Cop28 di Dubai, quando i governi di tutto il mondo hanno concordato sulla necessità di triplicare la capacità rinnovabile entro il 2030. A trainare la crescita dei prossimi anni, prevede la Iea, sarà soprattutto la Cina, che coprirà da sola il 60% dell’espansione delle rinnovabili nel mondo.

In copertina: Mario Draghi presenta il suo rapporto sulla competitività al Parlamento europeo di Strasburgo, 17 settembre 2024 (EPA/Teresa Suarez)

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