Palermo, bimba di un anno in overdose di hashish: è allarme. Nella città si registra un caso a settimana
Un bambino a settimana è portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Di Cristina di Palermo per intossicazione da droghe. Questi i dati della procura per i minorenni del capoluogo siciliano. L’ultimo caso lo scorso venerdì 4 ottobre, quando una bimba di appena un anno è stata ricoverata per overdose di hashish. Ora, per la piccola, la situazione è tornata sotto controllo. Anche grazie al protocollo già rodato che la struttura sanitaria ha sviluppato nel tempo, di fronte a quella che ormai è una vera e propria emergenza.
La macchina che lega sanità e magistratura
I genitori ripetono spesso le stesse cose: è stato un incidente, qualcosa di ingerito per sbaglio dopo averlo raccolto da terra. Ma la quantità – e la frequenza – dei casi ha fatto muovere la procuratrice per i minorenni di Palermo Claudia Caramanna, che ha disposto un protocollo ben preciso e ferreo. A ogni ingresso di bambini che risultino positivi a cannabinoidi, cocaina e altri stupefacenti i medici devono avvertire il magistrato di turno. Questo automaticamente ordina accertamenti, condotti dalla Polizia giudiziaria, e apre un fascicolo. Il provvedimento cosiddetto “a tutela”, cioè che ha per oggetto la potestà dei genitori, talvolta include anche soluzioni più drastiche come il trasferimento in comunità della madre con il figlio.
A Palermo è emergenza tra i giovani
Il problema nella città di Palermo pervade tutto il tessuto sociale. «Non esiste una famiglia tipo per questo tipo di situazione», ha spiegato un medico del Di Cristina. «Nel tempo ci siamo trovati di fronte a genitori provenienti da contesti di periferia, ma anche del centro città. E in tutti i casi abbiamo attivato una rete ormai consolidata, che vede operare insieme assistenti sociali, psicologi, magistratura e forze dell’ordine». Ma l’intossicazione dei più piccoli affonda le sue radici in una questione ben più ampia. A Palermo, secondo i dati forniti dalla prefettura, il numero di tossicodipendenti fra i giovani è in costante crescita e l’età a cui si inizia ad assumere stupefacenti si è abbassata a 12 anni. A pagarne le conseguenze sono i loro genitori, per le indagini troppo disattenti.