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Altre 65 donne svelano gli abusi di Mohamed Al Fayed: così il re di Harrods terrorizzò per decenni le dipendenti

10 Ottobre 2024 - 15:32 Ugo Milano
Dai racconti alla Bbc emerge la rete sistematica di inganni e falsi colloqui di lavoro del magnate, morto lo scorso anno, per adescare giovani donne e abusare di loro

Dalle cinque iniziali a settanta: sono sempre di più le donne che denunciano di aver subito violenze sessuali da parte di Mohamed Al Fayed, il magnate egiziano morto lo scorso anno all’età di 94 anni. Era noto anche per essere il padre di Dodi, l’ultima fiamma della principessa Diana, con cui morì in un tragico incidente d’auto nel 1997 a Parigi. Il via alle rivelazioni lo aveva dato lo scorso mese la Bbc con il documentario Al Fayed: un predatore a Harrods e un podcast collegato. In questi erano raccolte le testimonianze di varie ex dipendenti di Harrods, i magazzini di lusso londinesi gestiti da Al Fayed tra il 1985 e il 2010. Cinque di queste hanno raccontato di aver subito violenze sessuali dal proprietario. Nelle scorse tre settimane, scrive la testata britannica, altre 65 donne si sono fatte avanti autonomamente, 37 di loro ex dipendenti di Harrods. Tutte hanno raccontato esperienze simili: da stalking, a molestie e aggressioni fino a episodi di stupro. Alcune risalirebbero al 1977.

Le denunce di 65 nuove donne

Una rete rodata e continua: prima le violenze su giovani donne, poi l’insabbiamento delle denunce da parte dei vertici di Harrods o dai collaboratori del miliardario. Secondo nuove rivelazioni, infatti, Al Fayed non avrebbe scelto le sue vittime solo tra le dipendenti dei suoi magazzini, ma anche al di fuori. Molte hanno sostenuto di essere state ingaggiate dal miliardario come membri del personale domestico, per poi subire la violenza.

Dove, come e quando

I luoghi erano i più disparati. Dai magazzini stessi alla villa personale di Oxted (poco a sud di Londra). Fino a Dubai, dove – ha rivelato un’impiegata di banca – l’aggressione si sarebbe consumata nel 1977, otto anni prima dell’acquisto di Harrods da parte di Al Fayed. «Ho continuato a pregare che qualcun altro vedesse davvero accadere questo», sono le parole della donna che ha raccontato di essere stata vittima di molestie. «Pensavo se qualcun altro lo avesse visto accadere sarebbe stato reale e qualcuno avrebbe fatto qualcosa». Lei, come le donne che lavoravano ad Harrods e come altre che non avevano alcun legame professionale con il miliardario, dicono di aver subito pressioni e minacce da Al Fayed e da membri della sua sicurezza.

«Offriva lavori che non esistevano»

La Bbc riporta moltissime storie di vittime. Una donna racconta di essere stata notata mentre lavorava in un fioraio londinese negli anni ’80, quando aveva solamente 21 anni. Da lì l’ex proprietario di Harrods l’avrebbe fatta trasportare al Ritz di Parigi per un presunto colloquio di lavoro, dove l’avrebbe aggredita. Un’altra sarebbe stata tratta in inganno da un’offerta di lavoro come babysitter nella villa di Oxted. Arrivata lì, il miliardario le avrebbe proibito di interagire con qualunque bambino, e avrebbe abusato sessualmente di lei numerose volte nello spazio di una settimana. «Il lavoro semplicemente non esisteva», ha detto. «Non voleva neanche una babysitter». Secondo quanto ha riferito, Al Fayed l’avrebbe tenuta «contro la sua volontà come prigioniera per vari giorni». Fino a quando, lasciandola andare, il miliardario l’avrebbe minacciata di «rovinarle la vita» se avesse raccontato l’accaduto a qualcuno.

Come lei numerose altre donne assunte come babysitter, cuoche, domestiche nelle residenze private. Ma anche una ex truccatrice della stessa Bbc, che ha detto di essere stata molestata mentre lavorava con Al Fayed a un episodio di uno show televisivo nella casa di Parigi del miliardario. Da parte sua Harrods ha dichiarato, tramite un comunicato, che «dalla messa in onda del documentario, finora sono oltre 200 le persone che hanno avviato casi civili con Harrods per risolvere i reclami direttamente con l’azienda». I casi sommersi potrebbero essere molti di più.

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