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Airbag difettosi su auto Citroen, interviene il Tribunale di Torino: «Inadeguate le procedure di richiamo dei veicoli»

11 Ottobre 2024 - 20:00 Ugo Milano
citroen airbag difettosi
citroen airbag difettosi
Secondo i giudici, che hanno accolto il ricorso del Codacons e di altre due associazioni, sarebbero ancora 46mila le vetture che circolano in Italia con airbag malfunzionanti

Citroën dovrà aggiornare le comunicazioni ai proprietari delle auto con airbag difettosi, mettendo a disposizione vetture sostitutive o voucher per il car sharing entro sette giorni dalla richiesta. Lo ha stabilito il Tribunale di Torino, accogliendo un’azione inibitoria promossa da Codacons, Adusbef e Associazione utenti dei servizi televisivi. Secondo le organizzazioni di difesa dei consumatori, la campagna di richiamo delle circa 190mila autovetture Citroën con problemi di airbag non è stata adeguata. Una tesi condivisa anche dai giudici, che hanno ordinato alla società Groupe Psa Italia – a cui fa capo il marchio Citroën – di prendere una serie di contromisure.

I ritardi (e le lacune) nelle procedure di richiamo dei veicoli

Nell’ordinanza pubblicata oggi, venerdì 11 ottobre, il Tribunale di Torino parla di circa 46mila auto Citroën in Italia che continuano a circolare con airbag difettosi perché «i proprietari sono ignari del pericolo». I giudici definiscono la situazione «inaccettabile», perché «l’interesse in gioco è la salvaguardia della vita dei conducenti e dei passeggeri». Secondo il tribunale piemontese, la procedura di richiamo delle vetture Citroën non solo è stata lacunosa ma è stata portata avanti anche con gravi ritardi. Gli interventi in Italia sono arrivati alla fine del 2023, ma il problema – fanno notare i giudici dell’ordinanza – era noto almeno a partire dal 2019.

Le contromisure imposte dal Tribunale

«Se è vero», scrivono i magistrati, «che l’intervento di riparazione richiede la collaborazione dei proprietari, che si devono registrare e dare corso alla procedura che porterà alla prenotazione dell’intervento, questo però richiede che tutti siano correttamente informati». Groupe Psa Italia, continuano i giudici, «non ha dato prova adeguata di averlo fatto». Da qui, dunque, l’ordine del Tribunale di Torino affinché l’azienda cessi «le condotte omissive». I magistrati hanno elencato sei contromisure che la casa automobilistica dovrà portare avanti, tra cui la pubblicazione di annunci su quotidiani e testate online per informare i clienti.

La soddisfazione delle associazioni

A esprimere soddisfazione per le parole dei giudici torinesi sono le tre associazioni che hanno promosso l’azione inibitoria. «Questa decisione del Tribunale – commentano Codacons, Adusbef e Associazione utenti dei servizi televisivi – è una grande vittoria per tutti i consumatori italiani e sottolinea come la responsabilità sociale delle grandi imprese non sia solo nella qualità della produzione e nella vendita dei prodotti, ma anche e in primis nell’ intervenire immediatamente nel caso di criticità che mettono in grave pericolo la sicurezza e la salute degli utenti».

Foto di copertina: Dreamstime/Krasnevsky

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