Milano, prova a costringere la figlia 17enne ad abortire ma lei racconta tutto ai medici: indagata la madre
La madre voleva costringerla ad abortire, ma lei ha raccontato tutto ai medici, che hanno subito interrotto l’operazione e allertato i carabinieri. Succede a Milano, dove la procura per i minorenni ha aperto un fascicolo di indagine a carico della donna, con l’accusa di violenza privata e tentata interruzione di gravidanza non consensuale. I magistrati hanno fatto richiesta al giudice per le indagini preliminari affinché venga nominato un curatore speciale per la 17enne, che al momento vive con i nonni. Ieri, giovedì 10 ottobre, la ragazza è stata accompagnata dalla madre in un ospedale dell’hinterland milanese, dove ha programmato un aborto per il mese di novembre. Ma l’intera procedura è saltata quando la giovane ha confidato ai medici che non si trattava di una sua decisione, ma di una costrizione da parte della madre.
La lite in ospedale
La ragazza, che a metà dicembre compirà 18 anni, è rimasta incinta di un suo coetaneo, con il quale ha una relazione. Stando a quando ricostruito dalle indagini, la giovane ha scoperto di essere incinta a inizio ottobre. Lei non voleva abortire, ma la madre – non appena è venuta a saperlo – l’avrebbe costretta e minacciata. Pare inoltre che ci sia stata una vera e propria lite tra le due in ospedale, con tanto di urla e spintoni. «Così ti rovini la vita», avrebbe gridato la donna. Il padre della ragazza, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, è in carcere.
Il racconto ai carabinieri
Dopo che la rivelazione ai medici dell’ospedale ha fatto saltare l’intervento per l’interruzione della gravidanza, la 17enne ha deciso di non sporgere denuncia. I carabinieri hanno però segnalato il caso alla procura per i minorenni di Milano e hanno messo a verbale le dichiarazioni della ragazza. Ai militari la 17enne ha spiegato che il rapporto con la madre è diventato «burrascoso» dopo che ha scoperto di essere incinta. La ragazza, che è stata accompagnata in caserma dal fidanzato, ha detto di non voler tornare a casa della madre e, per questo, è stata collocata a casa dei nonni dalla procura minorile. I magistrati hanno chiesto al gip la nomina di un curatore speciale che la possa seguire nelle sue decisioni.