Mps, Enrico Marchi sonda il terreno e tenta il Mef. Sullo sfondo la “minaccia” Unipol
Nel destino di Montepaschi c’è Enrico Marchi, fondatore della banca Finint e presidente di Save Aeroporti. Questo è il fato che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, detentore di più del 25% del capitale – ha scelto per l’istituto di credito toscano. Non adesso, però. Marchi dovrà attendere almeno fino a novembre, quando in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria avranno chiuso i seggi per le elezioni regionali. Su Montepaschi e sul suo futuro, però, le visioni sono varie e opposte, anche all’interno dei partiti di maggioranza.
Il dilemma leghista
E più che partiti di maggioranza, sarebbe corretto parlare di Lega. Perché i dissidi riguardo al destino del banco di Rocca Salimbeni, storica sede senese di Mps, contrappongono il leader del Carroccio Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Se il vicepremier insiste perché il Mef mantenga una partecipazione rilevante nell’istituto per poter incidere sulla strategia, Giorgetti insiste nella sua politica di privatizzazione. Tradotto: vuole vendere, anche per non venir meno agli impegni presi con l’Unione europea.
Ecco che in aiuto del Tesoro viene proprio Enrico Marchi. Il numero uno di Finint e Cavaliere del Lavoro, molto vicino al presidente del Veneto Luca Zaia, un anno fa aveva rilevato con una cordata dal Gruppo Gedi sei giornali del nordest (Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi di Belluno, Il Messaggero Veneto di Udine e Il Piccolo di Trieste, e la testata online Nordest Economia). E ora, evidentemente non sazio, sta sondando il terreno tra imprenditori e investitori potenziali per verificare la fattibilità di un ingresso in Mps. Che soddisferebbe sia Giorgetti che Salvini: il primo otterrebbe la privatizzazione, il secondo sarebbe rassicurato nel vedere entrare in Montepaschi un uomo vicino all’ambiente leghista.
Il progetto di Enrico Marchi
Second quanto riporta l’edizione della Stampa di oggi, venerdì 11 ottobre, l’idea di Marchi sarebbe quella di replicare lo schema che F2i-Rete Digitale ha utilizzato per investire un miliardo di euro in Netco, unità aziendale di Tim. Come in quel caso, anche il leader di Save Aeroporti vorrebbe appoggiarsi soprattutto a casse previdenziali e fondazioni bancarie. L’obiettivo è raccogliere una cifra intorno ai 500-750 milioni di euro, rilevando così (in base a quanto accumulato) una quota che si aggira tra il 7.5% e l’11.5% di Montepaschi.
Per questo Marchi avrebbe già preso i contatti con Enpam, cassa di medici e dentisti che ha già poco meno del 2% di Banco Bpm. Gianluigi Aponte, presidente di Msc e fresco di acquisizione del Secolo XIX, avrebbe chiesto tempo per riflettere sulla proposta. La porta per una sua partecipazione rimane quindi ancora socchiusa.
Occhio a Unipol
Intanto però il banco toscano tenta anche Unipol. La società assicurativa, già prima azionista di Bper e Banca Popolare di Sondrio con circa il 20% del capitale, ha già manifestato pubblicamente il suo interesse. L’ad Carlo Cimbri avrebbe accennato alla possibilità di una «partnership assicurativa con Mps», accompagnata dall’acquisizione di una quota vicina al 10% dell’istituto di credito. Per farlo, però, Unipol ha bisogno che Mps sciolga il suo accordo assicurativo con Axa, valido fino al 2027. I legali, però, sarebbero secondo La Stampa già al lavoro. A riprova di un interesse quantomai concreto, seppur non in ottica di governance di Montepaschi.