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Roberto Saviano e la lite tra Teo Teocoli e Adriano Celentano: «Il silenzio è una dichiarazione di lealtà e cura»

11 Ottobre 2024 - 07:22 Alba Romano
L'intervento dello scrittore tra i due amici

Roberto Saviano interviene nella lite tra Teo Teocoli e Adriano Celentano. L’attore ha raccontato che da anni prova a chiamare il cantante a cui lo lega una vecchia amicizia, ma lui non gli risponde più al telefono. Celentano ha replicato che non gli risponde «perché ti voglio bene. Continua pure a chiamarmi, e io non ti risponderò». Secondo Teocoli la causa della rottura della loro amicizia è il programma tv Adrian, un flop epocale dal quale lui, come gli altri chiamati da Celentano, si è sfilato all’ultimo. E ha concentrato l’attenzione su Claudia Mori: la moglie avrebbe influenzato il marito come fa negli ultimi anni. Saviano dice che la risposta di Celentano a Teocoli è «una dichiarazione di lealtà e cura. Il telefono rende ciascuno raggiungibile al punto che, il non rispondere si fa foriero di interpretazioni funeste».

Saviano, Teocoli, Celentano

Secondo lo scrittore, che ne parla in un editoriale sul Corriere della Sera, «a chi si vuol bene, non si risponde al telefono. Si può scegliere di proteggere un amico dal dolore proprio non condividendolo, di avere il diritto di voler sopportare solo la compagnia di se stesso, e a volte nemmeno quella. Non chiedere soccorso, non voler condividere, sparire, non è fatto in molti casi contro qualcuno, anzi spesso è fatto a protezione di qualcuno. Al contrario, con chi ci ha deluso o tradito o ferito, talvolta non si vuole argomentare o risolvere le cose: si sospende, si interrompe. Basta». E perché per mantenere la replazione «silenzio e distanza sono necessari perché capaci di lasciare al fondo, nella posa, il dolore e l’errore, la marcescenza del rapporto».

Il dono del silenzio

Secondo Saviano Celentano ha rivendicato «il dono del silenzio, la bellezza dell’interruzione, lasciare tutto così com’è, permettere al setaccio di tenere in ricordo i momenti belli, separare quelli orrendi e non pretendere che tutto debba essere sempre identico». E conclude: «L’amicizia si esaurisce e, per commercio abitudinario, vogliamo credere che si possa avere una costanza fatta di consuetudine. Le cose in realtà finiscono, il che non significa che ciò che è stato vissuto è falso, o caduco, o illusorio. In questa risposta di Celentano ci ho visto un’incredibile saggezza».

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