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Il governo Meloni taglia i fondi all’associazione di Liliana Segre: «Vogliono punire l’antifascismo»

12 Ottobre 2024 - 08:38 Ugo Milano
liliana segre
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La decisione del ministero dell'Interno accende lo scontro politico. Il Pd: «Scelta discutibile, quelle associazioni rischiano di chiudere»

L’associazione dei perseguitati politici antifascisti (Anppia) e quella degli ex deportati nei campi nazisti (Aned) potrebbero avere vita breve. Lo scrive Repubblica, secondo cui il governo guidato da Giorgia Meloni avrebbe deciso di tagliare ai fondi alle due realtà, esponendole al rischio chiusura per mancanza di risorse economiche. Una delle due associazioni, l’Aned, riunisce tutti i sopravvissuti ai lager e vede tra i propri iscritti anche Liliana Segre, la senatrice a vita deportata ad Auschwitz. Il taglio ai fondi dell’Aned, a cui Segre è iscritta dal lontano 1958, è stato deciso dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Per di più, cade a ridosso di una ricorrenza importante: l’ottantesimo anniversario della Liberazione, che si festeggerà nel 2025.

I fondi del Viminale

A svelare il retroscena sulla revisione dei fondi per le associazioni è Repubblica. Ogni anno, spiega il quotidiano romano, il Viminale stabilisce i fondi da destinare alle associazioni combattentistiche. Tre sono le principali: Anvcg (Associazione nazionale vittime civili di guerra), Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti) e Aned (Associazione nazionale ex deportati).

I tagli di Piantedosi

Le cifre assegnate per il 2024 alle tre realtà sono rispettivamente 1,5 milioni di euro, 185mila euro e 167mila euro. I fondi destinati alle vittime civili di guerra passeranno dal 78 all’81% del totale del fondo del ministero dell’Interno. La quota destinata ad Anppia scenderà dal 12 al 10%, quella di Aned dal 10 al 9%. Per gli ex perseguitati fascisti si tratta di dover rinunciare a 49mila euro, mentre gli ex deportati ne perderanno 28mila.

Lo scontro politico

Il taglio dei fondi all’associazione di Liliana Segre è diventato un caso politico. In commissione Affari costituzionali, alla Camera, il relatore di maggioranza Luca Sbardella (FdI) ha criticato il taglio delle risorse deciso da Piantedosi, pur difendendo il cambio dei criteri con cui vengono distribuiti i fondi. Da quest’anno, infatti, conterà solo il numero degli iscritti. Ma quel dato, ha fatto presente l’esponente del Pd Federico Fornaro, non sempre è attendibile. «L’effetto finale è che nel 2025, ottantesimo anniversario della Liberazione, potrebbero chiudere i battenti associazioni che tengono viva la memoria dei perseguitati antifascisti e dei deportati nei campi nazisti. E questo per scelta discutibile di un governo di destra», attacca Fornaro.

«Il governo vuole punire l’antifascismo»

A criticare la decisione è anche Dario Venegoni, presidente dell’Aned. «Diciamo che ne prendo atto. Sono incazzato più che deluso. Noi riteniamo di fare un’opera meritoria, abbiamo ricevuto anche una medaglia proprio dal ministro dell’Interno e invece gli uffici dello stesso ministero pensano che siamo un vecchio rottame», spiega in un’intervista a Repubblica. Secondo Venegoni, il vero intento politico del governo è punire l’antifascismo: «I fatti parlano in tal senso. Lo dice questo provvedimento. Del resto, c’è qualcuno nel centrodestra che abbia tentato di giustificarlo?».

In copertina: La senatrice a vita Liliana Segre durante un evento in prefettura a Milano, 20 Giugno 2024 (ANSA/Matteo Corner)

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