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Matera in Puglia? Pronta la richiesta di referendum per lasciare la Basilicata, il Comune ha 15 giorni per rispondere

Matera in Puglia richiesta referendum
Matera in Puglia richiesta referendum
Gli ex senatori lucani Di Maggio e Danzi hanno presentato la proposta per indire una consultazione popolare: un iter lungo di difficile attuazione per le implicazioni sulla perdita di status di capoluogo

Matera in Puglia? No, non è un errore da matita blu, ma la proposta avanzata giovedì 10 ottobre alla segreteria del Comune dagli ex senatori lucani Tito Di Maggio e Corrado Danzi. Come scrive il Corriere, i due hanno fatto richiesta per l’indizione di referendum che decida sul trasferimento della città dalla Basilicata alla Puglia.

La motivazione: «Matera in un contesto più dinamico e competitivo»

All’origine della proposta c’è l’idea di inserire la città in un contesto regionale più «dinamico e competitivo». Un modo per sviluppare ancor di più, secondo i due ex senatori, le potenzialità di Matera. Dopo il successo della città come Capitale Europea della Cultura per il 2019. A marzo scorso i due avevano dichiarato in una conferenza stampa: «Il nostro è un progetto che ha come scopo quello di stimolare il protagonismo della città con azioni dirompenti che riteniamo necessarie per consentire a Matera di ricevere le attenzioni che merita e che possono consentirle di accelerare e amplificare i suoi processi di sviluppo. Non si tratta di provocazioni, ma di vere e proprie azioni che intendiamo concretizzare senza ulteriori indugi e senza soste fino all’obiettivo finale».

La consultazione

«Con questo passaggio avviamo formalmente l’iter per consentire ai cittadini materani di esprimersi sulla permanenza della città in Basilicata o sul suo passaggio in Puglia. Crediamo si tratti di una consultazione necessaria visto il momento storico che sta vivendo Matera che potrebbe determinare un effetto domino nella decomposizione di un sistema regionale che sta mostrando tutti i suoi limiti», hanno dichiarato Danzi e Di Maggio, membri dell’associazione “Matera terra d’Otranto”.

Le tappe

La richiesta per poter essere valida dovrà essere accompagnata da oltre 50mila firme e dal quesito da sottoporre, come prevede la normativa. Il Consiglio comunale avrà poi tempo di 15 giorni per decidere sull’ammissibilità per materia e sulla formulazione del quesito. Infine, nei successivi 15 giorni il Comune dovrà avvisare i proponenti che da quel momento avranno 60 giorni di tempo per raccogliere le firme necessarie. Queste andranno poi validate dalla segreteria comunale nei 30 giorni successivi. Il referendum dovrà poi essere indetto entro i 120 giorni seguenti alla presentazione delle firme.

Percorso in salita

Un “semplice” passaggio dalla Basilicata alla Puglia significherebbe per Matera perdere lo status di capoluogo, come ricorda la Repubblica. Per questo in passato, quando la questione era già stata posta, si era parlato di creare una nuova provincia rafforzata come avvenne nel 2004 per la Bat, che riunisce i territori di Barletta, Andria e Trani. Per Matera si era ipotizzato un’unione con le vicine Altamura e Gravina, abbastanza popolose da giustificare la richiesta di status. Ma così la palla passerebbe al governo centrale, perché causerebbe uno stravolgimento ben più complesso. E così si complicherebbe la “secessione” lucana.

In copertina: ANSA/FRANCESCO CUTRO (NPK) I Una veduta di Matera in occasione della “G7 – Industry Stakeholders Conference: Bridging Gaps and Building Futures”, organizzata a margine della Ministeriale G7 sulle Pari Opportunità, 04 ottobre 2024.

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