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La rivoluzione di Ignazio La Russa: «I cani in Senato, ma solo con il passaporto»

13 Ottobre 2024 - 07:40 Redazione
L'intervista a Il Fatto Quotidiano: «I dobermann? Sono da centri sociali. Io raccolgo sempre la cacca di Sciara»

Palazzo Madama apre le porte agli amici a quattro zampe dei parlamentari. Ignazio La Russa, presidente del Senato, seconda carica dello Stato, è colui che ha dato il suo ok all’ingresso di animali da affezione. Con però delle precisazioni da fare. «Ho demandato la questione ai questori – spiega La Russa intervistato dal Fatto Quotidiano – che stanno studiando le modalità. Ovviamente ci saranno delle precauzioni. I cani dovranno avere il collare, dovranno essere tenuti al guinzaglio e quando occorre dovranno indossare la museruola. Inoltre dovranno seguire itinerari prestabiliti». Non solo non potranno entrare né in aula, né negli spazi comuni come la Sala Garibaldi. Si sta valutando l’ingresso tramite il Cae -1, che è «una specie di passaporto che viene rilasciato dopo un test che mira a certificare che il cane è socialmente affidabile».

Sciara e la maltese Fiammetta: gli amici a quattro zampe di La Russa

La novità di Palazzo Madama sarà attiva tra un mese e mezzo. La Russa ha una cagnolina, un pastore tedesco Sciara «ma non la porterò». Prima ancora di lei aveva una maltese, Fiammetta. Scherza con il giornalista che chiede se i dobermann sono cani per esponenti di destra. «No. Io i dobermann li vedo soprattutto per quelli dei centri sociali». E in caso di deiezioni in Senato? «Chi sporca pulisce. Bisognerà che si dotino dei sacchetti di plastica». E ancora: «Io raccolgo sempre la cacca di Sciara».

(in foto Ignazio La Russa con Sciara, da piccola. Foto Ansa)

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