Karima el-Mahroug si racconta al New York Times. «Anche se Silvio Berlusconi non c’è più, lo scandalo del Bunga Bunga, per lei, continua»
«Non passa notte che Karima el-Mahroug non pensi a come sarebbe la sua vita se non avesse mai incontrato Silvio Berlusconi». Inizia così il racconto al New York Times della ragazza che tutti conoscono con il soprannome di “Ruby Rubacuori’. Quattordici anni fa è finita al centro dello scandalo “Bunga Bunga”, con il fondatore di Forza Italia, all’epoca presidente del Consiglio, accusato di aver fatto del sesso in una delle tante feste organizzate nella sua villa ad Arcore comprandone poi il silenzio. La testata americana ripercorre tutta la sua storia fino alla Karima di oggi, intenta a lottare ancora nelle aule di un tribunale per venir tutelata la sua immagine. «Conoscerlo mi è costato molto», ha detto al Nyt. Karima el-Mahroug ha riconosciuto di aver partecipato alle feste in casa Berlusconi «ricevendo circa 40.000 euro, oltre a gioielli. Ma nega di aver infranto qualsiasi legge e attribuisce il suo comportamento alla sua giovinezza e al bisogno di denaro dopo un’infanzia difficile», riporta il quotidiano statunitense. Karima prepara sua figlia dodicenne alle prese in giro future da parte di conoscenti o amici. Anche perché, sottolinea il quotidiano, molti la chiamano ancora Ruby per strada. «Il suo volto (di Berlusconi ndr) è su francobolli e manifesti elettorali per il suo partito, su cover di cellulari, tazze e magliette. Giorgia Meloni è il primo ministro italiano, anni dopo aver portato il movimento politico post-fascista emarginato in cui è cresciuta nel mainstream. E sia i sostenitori che i detrattori vedono la sua influenza duratura nella politica più chiassosa del paese; in programmi televisivi che alcuni considerano liberatori e altri volgari e sessisti; e in un’economia che ha cercato di modernizzare ma che è ancora in gran parte bloccata», scrive ancora il Nyt.