Salerno, infermieri del 118 presi a martellate dal “paziente” pregiudicato: «Ci colpiva alla testa, ho temuto di morire»
«Ho avuto paura di morire». Così Andrea Cattalini, infermiere di Maratea di 33 anni, descrive al Corriere la drammatica esperienza che ha vissuto la notte tra venerdì 11 e sabato 12 ottobre a Vallo della Lucania (Salerno). Con il collega e autista dell’ambulanza Corrado Correale si era recato di nuovo, dopo un precedente intervento, da un 30enne ai domiciliari. Qui sono stati aggrediti a martellate dall’uomo: colpi anche alla testa che potevano portare a conseguenze ben peggiori. Il 30enne, pregiudicato, è stato poi arrestato.
La prima chiamata di intervento
Quella sera il 118 era già stato chiamato una prima volta per prestare cure al 30enne. Gli infermieri erano andati nel suo appartamento dopo una telefonata ricevuta alle 20: «Eravamo andati trovando una situazione drammatica: bambini che assistevano agli spasmi nervosi del padre. L’uomo, non si sa per quale motivo, continuava a rotolarsi sul pavimento. L’abbiamo caricato in ambulanza con non pochi problemi», racconta Cattalini al Corriere. L’uomo viene quindi trasportato all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania dove ben presto arrivano in auto anche i familiari che urlano contro i sanitari e danneggiano alcune attrezzature. Ma i disordini si ricompongono con l’intervento dei carabinieri.
La telefonata a notte fonda
Terminati i controlli, l’uomo viene trasportato di nuovo a casa. Da qui arriva però una nuova telefonata: «Il 30enne ha chiesto di nuovo l’intervento del 118. Questa volta, però, quando siamo giunti nell’abitazione si è scatenata tutta la violenza di una persona in preda a un raptus», spiega Cattalini. L’uomo li avrebbe aggrediti con un martello da muratore: «Ho ancora un mal di testa terribile, siamo vivi per miracolo – è la drammatica testimonianza di uno dei soccorritori del 118 -. Ci ha colpiti più volte con un grosso martello, di quelli che i muratori utilizzano per abbattere le pareti. Sono caduto a terra, forse ho perso anche i sensi. Non ricordo. È stato qualcosa di terribile, ho davvero temuto per la mia vita. Sembrava di essere in una fiction, ma purtroppo era tutto reale. Io e il mio collega siamo stati aggrediti senza motivo, eravamo lì per aiutare», racconta Correale. I carabinieri hanno arrestato il 30enne e hanno avviato le indagini. Ma la rabbia resta: «Non siamo tutelati», lamentano gli infermieri. Impossibile non riportare alla memoria le continue e quotidiane aggressioni nei confronti del personale medico-sanitario in tutta la Penisola. Basti pensare al video diventato virale dei sanitari barricati dentro una stanza del Riuniti di Foggia. «Siamo scappati in ambulanza e abbiamo raggiunto il pronto soccorso in pochissimo tempo. Le nostre divise erano piene di sangue», rievocano Cattalini e Correale pensando a come siano riusciti a sopravvivere.