Abruzzo, salvi (per ora) i cervi a rischio abbattimento: il Consiglio di Stato sospende la delibera
Il Consiglio di Stato ha sospeso la delibera della Regione Abruzzo che autorizzava l’abbattimento di 469 esemplari di cervo per ridurre, questa la tesi della giunta, i danni che provocano all’economia agricola. L’organo della giustizia amministrativa ha accolto la richiesta presentata dalle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia dopo che avevano impugnato l’ordinanza del Tar Abruzzo. Il presidente della sezione, Carmine Volpe, ha fissato l’udienza in camera di consiglio per il 7 novembre. La caccia doveva iniziare oggi, 14 ottobre, ma era stato già posticipato per ragioni burocratiche. Come ha spiegato al Centro l’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente, gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) devono ancora emanare gli avvisi pubblici per l’assegnazione dei capi da abbattere.
Il ritardo degli Ambiti territoriali di caccia
Finché gli Atc di Avezzano, Sulmona, area Subequana, L’Aquila e Barisciano non emaneranno gli avvisi pubblici non sarà possibile dare la caccia ai capi di cervo con l’annesso tariffario previsto dalla Regione Abruzzo. Mancherebbero anche aspetti tecnici relativi ai regolamenti a cui i “selecontrollori” devono attenersi. Ma non solo, all’appello mancano anche le fascette necessarie a identificare i capi abbattuti.
Gli animalisti: una tattica in attesa del Consiglio di Stato
La decisione della Regione di rinviare l’inizio della caccia a novembre a causa dei ritardi burocratici sarebbe stata, per gli animalisti, una tattica nell’attesa del parere del Consiglio di Stato. «Si tratta di una decisione presa dalla Regione Abruzzo in attesa della decisione del Consiglio di Stato sul ricorso delle associazioni animaliste a cui va il nostro ringraziamento e il nostro plauso e della presa di posizione contro questa decisione di migliaia di persone e personaggi», hanno scritto in un comunicato gli ambientalisti di Aidaa.