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Diffamazione a Casaleggio, assolto l’ex M5s Giovanni Favia: fu «espressione del diritto di critica politica»

14 Ottobre 2024 - 16:41 Ugo Milano
casaleggio m5s giovanni favia
casaleggio m5s giovanni favia
Nel 2019 era stato condannato per un articolo sul Tempo in cui evidenziava opacità nei passaggi di denaro tra Casaleggio e il blog di Grillo

Giovanni Favia, ex consigliere regionale emiliano del Movimento 5 Stelle, è stato assolto con formula piena dall’accusa di diffamazione ai danni di Davide Casaleggio, socio fondatore del partito ora in mano a Giuseppe Conte. Nel 2019 il Tribunale di Roma aveva condannato Favia a 500 euro di multa e al risarcimento di 15mila euro a Casaleggio stesso e alla Casaleggio Associati, a causa di un articolo pubblicato cinque anni prima su Il Tempo in cui attaccava il Movimento per l’assenza di trasparenza. La Corte di appello ha invece ribaltato la sentenza, definendo l’azione «diretta espressione del diritto di critica politica».

La sentenza della Corte d’appello

Giovanni Favia, tra i primi a essere espulsi dal M5s nel lontano 2012, si era sempre difeso dalle accuse definendo «pertinente e legittimo» il suo intervento sul quotidiano. Del medesimo avviso anche la Corte di appello. «A distanza di 10 anni otteniamo una sentenza di assoluzione totale che ristabilisce la verità delle cose», ha commentato così l’avvocato Francesco Antonio Maisano. «Favia ha operato in piena legittimità nell’ambito della critica politica e l’ingiusta condanna di primo grado è stata completamente travolta. Siamo soddisfatti anche se c’è voluto molto, troppo, tempo per ottenere giustizia»

L’articolo della discordia

«È paradossale che un movimento che accusa la politica di scarsa trasparenza non sia in grado di fornire uno straccio di bilancio leggibile dei propri conti». Con queste parole si concludeva l’editoriale scritto dallo stesso ex M5s su Il Tempo del 4 aprile 2014. Un articolo in cui Favia, con numeri e dati, evidenziava opacità nei passaggi di denaro tra Casaleggio e il blog di Beppe Grillo. «Chiedere conto dell’ammontare di queste cifre e della loro destinazione fiscale è considerato lesa maestà», scriveva ancora. «Nei rari casi in cui ha dovuto rispondere sull’argomento, Grillo ha rimandato la questione proprio ai bilanci della Casaleggio Associati. I quali però sono scritti in maniera tale da non far comprendere quale sia il flusso finanziario legato al blog».

Un’accusa diretta che era valsa la denuncia della società gestita dal cofondatore del Movimento. E quindi la condanna per diffamazione nel 2019. Fabia aveva reagito duramente, manifestando sui social la sua indignazione per la sentenza di «un giudice catapultato dopo anni di udienze (seguite da un altro magistrato) solo oggi nel processo, che non mi ha mai ascoltato e che ha seguito lo show di Grillo oggi pomeriggio, sganciato dalla realtà, menzognero». La Casaleggio Associati aveva ottenuto anche il sequestro di un conto corrente di Favia, come garanzia del pagamento dei risarcimenti. Cosa che, a questo punto, non servirà più. Non è la prima volta che Favia compare di fronte a un giudice. Quest’anno è stato assolto da un’altra causa per diffamazione – in questo caso contro i vigili urbani – e da un’accusa di violenza sessuale.

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