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Il direttore della Cia incontra Mantovano, referente di Meloni per gli 007: il segnale Usa all’Italia nei giorni degli attacchi a Unifil

14 Ottobre 2024 - 15:08 Simone Disegni
Burns Mantovano Cia governo Meloni
Burns Mantovano Cia governo Meloni
Il sottosegretario con delega alla sicurezza ha ricevuto a Roma William Burns con l'ambasciatore Usa in Italia: «Rapporti eccellenti tra i nostri servizi segreti»

Una foto e sei righe per sigillare l’allineamento tra Italia e Usa in una congiuntura internazionale mai così tormentata. Il direttore della Cia William Burns ha incontrato stamattina a Roma il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, fedele alfiere della premier Giorgia Meloni e delegato del governo per la sicurezza della Repubblica. Tradotto: referente politico ufficiale dei servizi segreti italiani. Ad accompagnare Burns a Palazzo Chigi c’era anche l’ambasciatore americano a Roma Jack Markell, fa sapere una breve nota che sottolinea come l’incontro abbia offerto «l’occasione per riconfermare gli eccellenti rapporti bilaterali tra le rispettive Intelligence e per fare il punto sui principali fronti di crisi internazionali». Scontato che nel colloquio si sia affrontato lo spinosissimo tema dei recenti attacchi delle forze israeliane alle postazioni Unifil nel sud del Libano, dove opera anche un nutrito contingente italiano. Da Meloni a Tajani a Crosetto, i vertici del governo sono preoccupatissimi per la piega che stanno prendendo le operazioni militari israeliane nella zona e per l’incolumità dei militari italiani, e la sponda americana appare fondamentale per scongiurare il peggio.

Missione impossibile: cessate il fuoco a Gaza e in Ucraina

Burns, d’altra parte, è l’uomo che per conto della Casa Bianca ha fatto la spola per mesi tra una capitale e l’altra del Medio Oriente – Doha e Il Cairo in primis – per tentare di trasformare in realtà le innumerevoli bozze di accordo per un cessate il fuoco a Gaza. Sforzi sempre frustrati, vuoi per la cocciutaggine di Hamas, vuoi per quella di Benjamin Netanyahu e dei suoi ministri più oltranzisti. Ma è anche, il direttore della Cia coi suoi apparati, l’uomo che ha sempre tenuto acceso il filo del dialogo con le controparti in Russia – allo scopo di evitare il peggio pure nell’altro quadrante di massima tensione. Obiettivo minimo, scongiurare il ricorso da parte del Cremlino alle armi nucleari, anche solo “tattiche”. Obiettivo principe e più ambizioso, così come in Medio Oriente, smussare gli angoli dietro le propagande di guerra e trovare il sentiero negoziale giusto per cessare le ostilità tra Russia e Ucraina: per lo meno per congelare il conflitto in attesa di concludere un accordo di pace vero e proprio. L’Italia è partner strategico – più sul Medio Oriente che sul dossier russo-ucraino – e la visita di Burns sembra darne atto. Di qui a un mese gli Usa avranno un o una nuova presidente in pectore – Donald Trump o Kamala Harris – ma al di là delle schermaglie politiche apparati italiani e americani hanno tutto l’interesse a serrare i ranghi e lavorare in sintonia. Impossibile per tutti permettere che le crisi ai confini d’Europa degenerino ulteriormente.

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