Gualtieri a Roma silura l’assessore del caos schede delle europee. E si riprende Ruberti, che fece fuori per il video «Inginocchiati o sparo»
Un siluro lanciato a un anno di distanza, e il gran perdono concesso due anni dopo. Il sindaco di Roma terremota il suo governo della capitale con un rimpastone che coinvolge molte poltrone e che ha per protagonista negativo l’assessore al Personale, Andrea Catarci, che esce dalla giunta dirottato sulla poltrona di riserva di un fantomatico “ufficio di scopo Giubileo delle persone e partecipazione”. Catarci un anno fa fu al centro delle polemiche per il tilt informatico che trasformò in caos lo spoglio delle schede delle europee. Difeso con grande freddezza all’epoca, esce ora dalla giunta con una punizione a scoppio ritardato.
Il video che incastrò il potente Ruberti, uscito dalla porta e rientrato meglio dalla finestra
Il posto di Catarci viene preso da Giulio Bugarini, attuale capo della segreteria del sindaco che così lascia la poltrona fin qui occupata per un gran ritorno a fianco di Gualtieri: quello di Albino Ruberti, il potentissimo numero due prima di Nicola Zingaretti in Regione Lazio e poi dell’attuale sindaco di Roma (che lo scelse come capo di gabinetto), fino a quando nell’estate 2022 non fu messo alla porta per un clamoroso video di cui era protagonista. A scovarlo fu Simone Canettieri su Il Foglio: il video ritraeva una lite furibonda di Ruberti che inveiva nei confronti di personaggi del Pd che erano stati a cena con lui a Frosinone, urlando frasi sconnesse e minacciando: «Inginocchiati o ti sparo». L’eco di quell’episodio fu eclatante e Gualtieri fu costretto a dare il benservito al fido collaboratore. Passato un po’ di tempo però Ruberti aveva già riottenuto non una ma ben tre poltrone: prima quella di vicepresidente di Acea Ato2, poi quella di amministratore unico di Risorse per Rome e infine quella da commissario dell’Ipa, l’istituto di previdenza dei dipendenti capitolini. Uscito dalla porta quindi Ruberti è rientrato ancora meglio dalla finestra, confermandosi come il vero potente di questa amministrazione capitolina.
Si dimette l’assessore alla Cultura Miguel Gotor, ripescato Massimiliano Smeriglio
Il rimpastone di Gualtieri è più largo, perché in contemporanea ha dato le dimissioni per scelta familiare e professionale l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor. In un post su Facebook ha spiegato di volersi dedicare più di ora al ruolo paterno con le due figlie di 8 e 13 anni, ma soprattutto di volere tornare all’Università di Tor Vergata, dove era in aspettativa da almeno tre anni. Il suo posto viene ora preso grazie a un altro ripescaggio: quello di Massimiliano Smeriglio, che per lunghi anni è stato vicepresidente di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio e poi è stato eletto nelle fila del Pd al Parlamento europeo. Capito che Elly Schlein non l’avrebbe ricandidato, si è candidato quest’anno nelle fila di Avs, risultando però trombato a giugno grazie al clamoroso e inatteso successo di preferenze ottenuto dall’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, che l’ha addirittura doppiato. Anche per lui grazie al buon cuore di Gualtieri il Purgatorio è durato solo pochi mesi e dopo un digiuno assai breve ora Smeriglio ritrova una poltrona di prestigio.