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Ruby Ter, la Cassazione dispone nuovo appello. Lo sfogo di Polanco: «Berlusconi è morto ma adesso il processo è mio»

14 Ottobre 2024 - 17:01 Stefania Carboni
Nuovo procedimento per una ventina di persone per l'accusa di corruzione in atti giudiziari, tra cui diverse ragazze delle serate ad Arcore

La Cassazione ha disposto un processo di appello a Milano per una ventina di persone per l’accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito del processo Ruby Ter, dove sono coinvolte le ragazze ospiti delle serate di Arcore tra cui Karima El Mahroug, al secolo Ruby. In giudici hanno dichiarato prescritta l’accusa di falsa testimonianza per tutti. In primo grado erano stati tutti assolti. Caduta l’accusa di riciclaggio per Luca Risso, all’epoca dei fatti fidanzato di Ruby. La decisione della sesta sezione penale è arriva dopo due ore di camera di consiglio. Ora sono 22 le posizioni al vaglio della Corte d’appello di Milano. L’iter è stato particolare: la sentenza di primo grado era stata impugnata direttamente in Cassazione, saltando il ricorso in appello. Le assoluzioni furono decise, come spiegato dai giudici della settima penale di Milano, perché le ex Olgettine furono sentite dieci anni fa come testi semplici.

Lo sfogo di Marysthell Polanco: «Lui è assolto e io rischio di essere condannata. Perché?»

«Non è ancora finita… Berlusconi è morto, ma adesso il processo è mio. Pensavo non andasse così, lui è assolto e io rischio di essere condannata. Com’è possibile?», ha dichiarato Marysthell Polanco, una delle ex showgirl presenti alle serate di Arcore. «Mai così desideroso come oggi di leggere le motivazioni – ha spiegato il suo legale, l’avvocato Paolo Cassamagnaghi -. A oltre tredici anni dai fatti si ricomincia: senza alcuni pezzi, perché sono prescritti, e senza il presunto corruttore Berlusconi che è morto dopo essere stato assolto e l’assoluzione per lui è definitiva».

La soddisfazione dei pm milanesi

«Siamo soddisfatti della conferma così autorevole della correttezza della nostra interpretazione giuridica, così come siamo fiduciosi, con tali presupposti, sull’esito del nuovo processo che verrà celebrato», ha spiegato la procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano, che con il pm Luca Gaglio ha coordinato le indagini sul caso Ruby ter. «C’era un nodo processuale che andava sciolto, solo la Corte di Cassazione avrebbe potuto fornire una risposta certa sul tema – ha chiarito Siciliano – è stato consequenziale farvi ricorso direttamente rinunciando al giudizio d’appello». Stando al ricorso direttamente in Cassazione dell’aggiunto Siciliano e del pm Gaglio, la settima penale di Milano con la sentenza di primo grado e le assoluzioni aveva «per errore» stabilito per «l’abrogazione di fatto di un reato particolarmente grave». La «offerta di denaro a un dichiarante nel procedimento penale è sempre e comunque illecita», sostengono i pm. Secondo giurisprudenza, poi, le ragazze erano già testimoni «dal 23 novembre 2011», ovvero da quando era stata emessa l’ordinanza di ammissione delle prove, tra cui quelle testimoniali, nel processo Ruby 1. Erano «pubblici ufficiali», quindi, già da mesi prima che si sedessero sul banco dei testi. E per la Procura anche l’accordo «corruttivo» tra Berlusconi e loro c’era già stato.

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