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Vem Miller, l’uomo con fucile e pistola arrestato a Coachella prima del comizio di Trump: «Preparava il terzo attentato»

14 Ottobre 2024 - 04:52 Alba Romano
vem miller donald trump
vem miller donald trump
Ha tentato di entrare con un falso pass per vip. Si è finto giornalista. Appartiene a gruppi di estrema destra. È tornato libero dopo aver pagato una cauzione da 5 mila dollari

Vem Miller, 49 anni, di Las Vegas, è stato arrestato durante una manifestazione di Donald Trump a Coachella in California. Era armato con un fucile e una pistola carica. La polizia Usa lo ha fermato mentre arrivata a bordo di un Suv nero nei pressi del comizio. Il reato contestato è quello di possesso illegale di un’arma da fuoco e di un caricatore ad alte capacità. Poi è stato rilasciato su cauzione. Dovrà presentarsi in tribunale il 2 novembre. Miller ha tentato di entrare nel comizio presentando un falso pass per vip. È registrato come elettore repubblicano e si è dichiarato appartenente a gruppi di estrema destra

5 mila dollari

Miller ha pagato una cauzione di 5 mila dollari per tornare libero. Nel 2022 si era candidato alle primarie per un posto al parlamento statale del Nevada ma non ce l’aveva fatta. Durante la sua candidatura, aveva detto al Las Vegas Reviews-Journal che aveva deciso di correre per «salvare il paese dalla tirannia». Gestisce il sito The America Happens Network, il cui motto è «Rabbia contro l’informazione mainstream».

La sua presentazione su Linkedin: «Ho lavorato per più di vent’anni come giornalista investigativo, documentarista e producer. Ho visto i nostri diritti portati via, mentre il potere del governo cresce, ho visto piccole attività e la classe media schiacciata. Politici che si muovono come dittatori. Ho visto anche come il potere del denaro fluisce attraverso la politica e come la classe politica non lavora più per Noi il Popolo. La visione dei Padri fondatori era che i nostri politici fossero servitori pubblici e non una élite che si alimenta a spese della classe media e di coloro che sono vulnerabili».

I passaporti

Sempre secondo le prime dichiarazioni della polizia Miller si è finto giornalista, la targa del suo veicolo era falsa e aveva con sé diversi passaporti. Aveva anche la tessera di un gruppo chiamato Cittadini sovrani. «Probabilmente abbiamo evitato il terzo attentato a Donald Trump», ha detto Chad Bianco, sceriffo della contea di Riverside. Bianco ha detto che Miller «è di estrema destra. Gente che non crede nel governo, gente ai margini. Ma non è questo il punto, è un pazzo, non importa di quale partito. No, non conosco per il momento il movente». Uno dei membri del gruppo a cui Miller ha aderito, Taylor James Johnatakis, è stato condannato a sette anni per aver aggredito dei poliziotti durante l’insurrezione contro il Congresso di quattro anni fa. Al processo l’anno scorso il giudice che lo ha condannato si è detto stupito dalla mancanza di rimorso dell’uomo.

I precedenti

Il 13 luglio il tycoon era rimasto ferito a Butler, Pennsylvania, dopo che un giovane, Matthew Brooks, aveva sparato dal tetto di un edificio con un fucile da guerra. Nell’attentato era morto uno spettatore, che aveva protetto le figlie, e due persone erano rimaste ferite. Brooks era stato ucciso da un cecchino del Secret Service. Il 15 settembre un uomo è stato arrestato dopo essere stato visto armato di fucile, ai bordi del golf club di Trump, a West Palm Beach, Florida, in attesa di colpire l’ex presidente, impegnato a giocare a golf.

I sondaggi

Intanto a tre settimane dal voto del 5 novembre un sondaggio mette in luce le difficoltà di Kamala Harris a fare il pieno dei voti tra gli elettori neri e latino-americane. La rilevazione di New York Times e Siena College le dà meno del 60% dei voti nella comunità spagnola: il livello più basso per un candidato democratico da 20 anni a questa parte. Harris su X ha fatto sapere di aver pubblicato la sua cartella clinica e si è chiesta ironicamente perché Trump non lo faccia: «Donald Trump si rifiuta di pubblicare la sua cartella clinica e non è disposto a incontrarsi per un secondo dibattito. Perché il suo staff vuole che si nasconda? Hanno forse paura che la gente veda che è troppo debole e instabile per guidare l’America?».

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