Il manifesto di Giuli da Francoforte: «La cultura è la nostra religione civile. Viva il dissenso, anche contro il governo»
«Nella mia missione istituzionale sono intenzionato a rappresentare la sacrosanta libertà di espressione di ogni forma di dissenso, compreso quello che possa ritorcersi sul governo a cui mi onoro di appartenere». Ha l’aria di un manifesto programmatico il discorso che il neo-ministro della Cultura Alessandro Giuli ha tenuto stasera alla cerimonia d’inaugurazione della Buchmesse di Francoforte. Un Giuli sempre ispirato, che tiene a dar sfoggio di conoscenza, come già qualche giorno fa alla Camera. I componenti delle commissioni cultura del Parlamento però dovranno aspettare ancora qualche altro giorno prima di poterci interloquire: l’audizione sulle linee programmatiche per il ministero prevista per giovedì è stata infatti rinviata.
Giuli: «La cultura è la nostra religione universale civile»
«La cultura è la nostra religione universale civile, affamarla è un atto di empietà. Applichiamo un po’ di illuminismo su come affrontare la cosa pubblica e i beni culturali», ha affermato Giuli alla Sala Armonia del centro congressi di Francoforte. Per il ministro la presenza all’evento più importante per gli editori e i distributori di tutto il mondo è un «autentico privilegio». Per Giuli la cultura nel mondo di oggi è ancor di più centrale perché è «il miglior antidoto contro ogni forma di violenza ed estremismo, come abbiamo ricordato al G7 Napoli». La cerimonia d’apertura della 76esima edizione della Fiera del libro di Francoforte vede l’Italia nel ruolo di protagonista in quanto Ospite d’Onore. Le delegazioni nazionali si sono spostate al Padiglione disegnato dallo studio Stefano Boeri Interiors che guarda al passato per parlare al futuro: «A questa eredità ci rifacciamo con il titolo “Le radici nel futuro”. Partiamo della nostre radici e dalla nostra storia per presentare un’eredità culturale che da quelle radici trae forza vitale. Siamo qui per riaffermare la centralità del pensiero solare. Quella luce che rende compatibili e feconde le parole Giustizia e Libertà», ha spiegato Giuli.
L’audizione sulle linee programmatiche
Questo giovedì 17 ottobre il ministro era atteso dalle commissioni Cultura di Camera e Senato. Ma la sua audizione, nella quale avrebbe dovuto rispondere alle domande dei parlamentari sulle linee programmatiche presentate giorni fa, è stata rinviata al 7 novembre «per un sopravvenuto impegno» dello stesso Giuli. Anche se il ministro dovrebbe essere di rientro in Italia già domani, visto che nella serata di mercoledì è atteso a Roma per l’apertura della Festa del cinema.
In copertina: EPA/RONALD WITTEK I Il ministro della Cultura Alessandro Giuli parla durante la cerimonia d’apertura della Fiera di Francoforte, 15 ottobre 2024