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Caso Puff Daddy, sei uomini denunciano il rapper per stupro. I racconti: «Posso fare di te una star»

15 Ottobre 2024 - 10:13 Gabriele Fazio
Puff Daddy traffico sessuale estorsione stupro
Puff Daddy traffico sessuale estorsione stupro
Secondo la difesa «in tribunale la verità prevarrà: il signor Combs non ha mai aggredito sessualmente nessuno, adulto o minore, uomo o donna»

«In tribunale, la verità prevarrà: il signor Combs non ha mai aggredito sessualmente nessuno: adulto o minore, uomo o donna» rispondono così a TMZ i legali di Sean Combs, in arte Puff Daddy, per gli amici Diddy, rapper e producer che ha segnato la storia del rap e che oggi si ritrova dietro le sbarre per un’infinita serie di denunce per violenza sessuale. Il sito americano di gossip è entrato nello specifico di sei cause intentate contro Combs con protagonisti uomini, tutti rappresentati da Tony Buzbee nella class action organizzata dal celebre avvocato texano, che tramite un appello pubblico avrebbe raccolto migliaia di segnalazioni di abusi prendendone in carica 120 delle quali, sostiene, ha prove certe.

Puff Daddy posso farti diventare una star

Le denunce degli uomini

Un uomo dice di aver lavorato per Ecko Clothing nel 2008 e di aver conosciuto Diddy quando questo stava sviluppando e commercializzando Sean John, un marchio concorrente. Dice di aver incontrato Diddy e le sue tre guardie del corpo nel magazzino del flagship store di Macy’s a New York nel maggio 2008 e sostiene che qualcuno gli abbia colpito la nuca con una pistola e lo abbia fatto cadere a quattro zampe. Afferma che Diddy si è avvicinato a lui e gli ha detto «Succhiami il cazzo, Ecko» e lo ha violentato brutalmente e oralmente. Un altro dice di essere stato assunto per lavorare come addetto alla sicurezza per i famigerati White Party di Diddy del 2006, dove ritiene di aver consumato un drink condito con GBH e/o ecstasy. Afferma che Diddy lo avrebbe costretto a salire su un furgone, lo avrebbe sopraffatto e aggredito sessualmente. L’uomo afferma di aver subito dal rapper un rapporto completo. Anche un altro uomo sostiene di essere rimasto disorientato dopo aver bevuto un drink in una delle feste di Puff Daddy. Dice che la stanza ha cominciato a girare e la cosa successiva che ricorda è di essersi ritrovato in una camera da letto, paralizzato. Dice che almeno tre uomini lo avrebbero aggredito sessualmente e afferma di ricordare distintamente di aver visto Diddy nudo sopra di lui.

L’accusa di un minorenne e l’avvocato «in cerca di visibilità»

Poi c’è il caso più grave, uno di quelli che più di tutti mettono a repentaglio il futuro di Sean Combs: un ragazzo che sostiene di essere stato ancora minorenne, 16 anni, quando si ritrovò in uno dei White Party di Diddy, era il 1998, la festa era nella casa negli Hamptons del rapper, quella dove notoriamente si svolgevano queste feste. Dice di essersi scattato anche diverse foto insieme all’artista e che a quel punto è stato invitato in una zona della casa dall’accesso limitato. A quel punto Puff Daddy gli avrebbe detto di essere perfetto per l’industria musicale e che lui avrebbe potuto trasformarlo in una star. Ad un certo punto il rapper si sarebbe denudato completamente facendo passare la proposta per una sorta di rito di iniziazione: «Non vuoi entrare nel giro?» gli chiese, a quel punto cedette e Diddy gli tenne i genitali tra le mani, stringendoli e palpandoli. Secondo la difesa molti di questi casi sono del tutto inverosimili e Tony Buzbee sarebbe solo un avvocato in cerca di visibilità.

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