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Eleonora Giorgi e la malattia: «Non so quanto mi resta ma ora sono finalmente libera»

15 Ottobre 2024 - 16:59 Alba Romano
eleonora giorgi malattia tumore angelo rizzoli
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In un'intervista a Vanity Fair, l'attrice ha raccontato come il tumore le abbia cambiato la vita. E ha ricordato le persone più importanti della sua carriera

Una malattia può essere il momento più bello della propria vita? «C’è un tempo per ogni cosa: oggi è finalmente arrivato quello di cogliere tutto l’amore che mi circonda». Così Eleonora Giorgi ha raccontato la sua convivenza con il tumore in un’intervista a Vanity Fair. Attrice, regista, conduttrice: insomma tuttofare del mondo dello spettacolo, con anche qualche comparsa nella musica. Un anno fa l’annuncio della malattia: un adenocarcinoma al pancreas, che ha portato a nuove metastasi e numerosi cicli di chemioterapia. Ma è proprio questo periodo, il più duro della sua vita, che ha scoperto di non voler più «tornare a essere “la Giorgi”».

Il racconto della malattia

«Parlarne per me è stato liberatorio», ha detto a Simone Marchetti di Vanity Fair. «È stato un modo per mettere ancora più a fuoco il valore del tempo che resta. Un mese, un anno, una vita: non importa. Ciò che conta è quello che voglio ora: stare con i miei figli, con la mia famiglia, con gli affetti. Mi sono riparata in questo bozzolo d’amore. Un bozzolo che è più vita di quella che avevo prima». Un concetto sul quale Eleonora Giorgi è ritornata più volte. Dopotutto pochi mesi fa ha vissuto i matrimoni dei due figli, Andrea e Paolo. E ha sentito la vicinanza non solo dei parenti ma anche di tanti amici e amiche. «Quest’anno siamo stati talmente uniti che mi è sembrato di recuperare tutto quello che altrimenti sarebbe andato perduto».

La malattia in questo è stata fondamentale: «Quel colpo, preso proprio in fronte, ha fatto cadere la polvere, la ruggine dalla mia vita. È rimasta solo la densità, le cose inutili sono sparite». Una nuova sensazione, una nuova vita pregna di significato. Tanto che, ha confessato Giorgi, «se sopravviverò, alla vita di prima non voglio tornare. Voglio passare tutto il tempo che mi resta così, con l’amore che ho finalmente riscoperto. Mi sono stufata di fare “la Giorgi”. Preferisco fare la babysitter al mio nipotino». Una consapevolezza che l’attrice ha detto di aver sviluppato nelle relazioni così come nei propri confronti. A partire dall’aspetto fisico: «Ora sono libera. Quando sono caduti i capelli mi sono detta: la testina ce l’hai carina, piccolina. Perdere i capelli mi ha insegnato che vedere il lato positivo è una forma di grande libertà».

Il divorzio da Angelo Rizzoli

Ma inevitabili sono i tasti dolenti. Come quello di Angelo Rizzoli, ex marito di Eleonora Giorgi. «Se esiste un aldilà, se c’è qualcosa dopo la morte, se potessi incontrare di nuovo qualcuno, vorrei parlare con lui. Per chiedergli: perché? Perché bandirmi dal mondo del cinema? Mi hai fatto soffrire così tanto. Perché?». E aggiunge: «Sono convinta che molto della mia malattia sia nato in quegli anni di grande sofferenza». Dopo il divorzio, l’addio dal cinema e il matrimonio con Massimo Ciavarro, con cui Giorgi si ritirò in campagna «a fare orti biologici, decorare mobili, restaurare casali e andare a letto presto». Una vita che però non l’ha mai rapita: «Funzionò per un po’ ma poi quella vita non faceva per me. Mi mancava il lavoro. Perché lavorare è la maniera più sana di stare con gli altri. Il cinema per me non è mai stato vanità ma artigianato. Lo amavo per quello».

Una nuova consapevolezza

Oggi però il suo presente è quello della malattia. «Ho scoperto il tumore per una tosse anomala. Ho fatto una tac e hanno scoperto un’ombra. Mi sono salvata la vita così». Una realtà dolorosa che però le ha reso evidente l’importanza della sanità e dei centri di ricerca. «Negli ospedali ho visto centinaia di trentenni. Io ho settant’anni, ho avuto la mia vita, e che vita! Di cosa posso lamentarmi? Ma se avessi trent’anni, sarei incavolatissima. E poi l’altro giorno, mentre facevo una chemio e mi mettevano il solito ago, ho sentito un bambino piccolo, a pochi metri da me, che diceva: “Mamma, ti prego, l’ago no”. Ma come si fa? Come si fa a non piangere?», ha raccontato. Inevitabile che i pensieri vadano anche al suo nipotino: «Se morirò, mi piacerebbe che gli dicessero che sono diventata un angelo e che veglierò sempre su di lui».

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