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Unifil, Meloni al Senato: «Non è giustificabile l’atteggiamento di Israele, pretendiamo sicurezza per i nostri soldati. Andrò in Libano» – Il video

15 Ottobre 2024 - 13:03 Stefania Carboni
Le comunicazioni della presidente del Consiglio in vista del Consiglio Ue. L'invito al sostegno bipartisan sulla nomina di Fitto: «Prevalga l'interesse nazionale, senza tentennamenti»

La premier Giorgia Meloni andrà in Libano, lo conferma lei stessa ai cronisti dopo la comunicazione fatta stamane in Senato. «Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile» l’attacco di Israele contro alcune basi Unifil «ed è la posizione che l’Italia ha assunto con determinazione a tutti livelli: pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni» alla stabilità del confine tra Israele e Libano, ha dichiarato la presidente del Consiglio che si prepara a partecipare, giovedì e venerdì, al Consiglio europeo a Bruxelles. «L’atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell’Onu», ha sottolineato la premier. Bisogna «lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi». Oggi la premier parla al Parlamento con un intervento in mattinata al Senato, mentre alla Camera interverrà il pomeriggio, alle 15. Sul tavolo le tensioni in Medioriente e la guerra in Ucraina, oltre al dossier immigrazione. «Penso sia preziosa l’opera dei militari Onu della missione Unifil» e di quelli impegnati «nella missione bilaterale Mibil per rafforzare la capacità delle forze armate libanesi di garantire la sicurezza del loro territorio, è un lavoro complesso su come costruire la pace», ha poi sottolineato Meloni nella sua replica. E ancora: «Per quanto riguarda l’Ucraina, non possiamo voltarci dall’altra parte, perché ci troveremmo in un mondo più caotico, e il lavoro che l’Italia sta facendo è nell’interesse della comunità internazionale. Sulla pace siamo tutti d’accordo, ma noi parliamo sempre di pace giusta».

Fronte conflitti: sostegno all’Ucraina e ferma condanna al «giustificazionismo pro Hamas»

«Il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina per costruire una pace giusta e duratura e aiutarla a guardare a un futuro di prosperità e di benessere. Difenderla è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa», ha dichiarato Meloni. E sul fronte mediorientale ha dichiarato: «Non si può dimenticare il massacro di civili, donne e bambini, avvenuto per mano di Hamas il 7 ottobre del 2023. Il nostro pensiero va agli ostaggi che da oltre un anno desiderano tornare a casa», ha sottolineato la premier. «Le legittime critiche a Israele si mischiano a un giustificazionismo nei confronti di Hamas ed Hezbollah che tradisce un antisemitismo montante e che deve preoccuparci tutti. Le manifestazioni di piazza degli ultimi giorni lo hanno dimostrato senza smentita», ha aggiunto. Poi nelle repliche ha precisato: «Tutti siamo d’accordo sulla pace, l’Italia lavora dall’inizio in Ucraina e Medio Oriente per costruire la pace, poi bisogna intendersi su come la pace si costruisca nel concreto: in Medio Oriente significa continuare a lavorare per il cessate fuoco a Gaza e in Libano. Non è facile, ma è il lavoro su cui ci spendiamo ogni giorno, io e i ministri competenti. Significa il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi. Penso che l’Unione europea possa e debba giocare un ruolo e che si debba ragionare già concretamente di cosa dovrebbe accadere a Gaza all’indomani del cessate il fuoco, come accompagnare concretamente la transizione verso l’opzione due popoli e due Stati», ha detto Meloni rispondendo alla senatrice della Lega Elena Murelli.

L’invito a tutti per sostenere Fitto in Commissione Ue: «Prevalga l’interesse nazionale, senza tentennamenti»

«Mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi». Un invito al sostegno bipartisan, quello di Meloni, con l’indicazione di Raffaele Fitto come commissario e vicepresidente della nuova commissione Ue di Ursula von der Leyen. «E’ quello che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura all’atto della nomina di Paolo Gentiloni, quando proprio Raffaele Fitto si espresse a favore del candidato italiano e conseguentemente il gruppo di ECR votò in suo favore, e addirittura il Presidente Silvio Berlusconi chiese di partecipare ai lavori di una commissione che non era la sua, per poter prendere la parola e intervenire a sostegno di Paolo Gentiloni. Ci sono momenti – ha aggiunto – in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte: mi auguro che sia uno di questi senza distinguo e senza tentennamenti». E poi nelle repliche precisa, rivolgendosi al senatore Graziano Delrio: «Il gruppo dei socialisti ha cercato di far spostare l’audizione del commissario Fitto come ultimo tra i vicepresidenti, dicendo apertamente che il gruppo dei socialisti europei non avrebbe accettato che all’Italia venisse riconosciuta una vicepresidenza esecutiva. Credo che dobbiate farvi sentire dal vostro gruppo. Io escludo che il gruppo dei socialisti possa votare sul commissario italiano, in modo diverso da come gli dice il gruppo italiano dei socialisti che è anche la delegazione più numerosa. Mi aspetto che la posizione del partito socialista nelle prossime ore muti completamente».

Meloni contro il mantra dell’isolamento in UE

L’intervento della premier è iniziato proprio a favore di Fitto, il cui nome da commissario, a livello di deleghe, è principalmente legato a quello del PNRR e della coesione territoriale. «Questa nuova legislatura europea si è aperta all’insegna della preoccupazione e dell’incertezza – ha sottolineato la premier – per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medio Oriente e i mutamenti geopolitici e le molte difficoltà attraversate dall’Ue, in parte per questi scenari e in parte figli degli errori del passato». La nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Commissione europea «è simbolo della ritrovata centralità dell’Italia. Differentemente da quanto sperato da alcuni, questa conferma è rafforzata da un governo credibile che garantisce stabilità quando tutto attorno a noi è instabile, lontano da un mantra dell’isolamento».

Green deal: «D’accordo con Draghi sugli investimenti per transizione»

«Inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è semplicemente un suicidio. Non c’è nulla di verde in un deserto e nessuna transizione verde a cui guardiamo con favore è possibile in un’economia in ginocchio», ha dichiarato la premier.  Sullo stop europeo alle auto a benzina e diesel dal 2035, «si deve avere il coraggio di riaprire la partita e perseguire la strada della neutralità ecologica, sostenendo filiere come quella dei biocarburanti, in cui l’Italia e l’Europa possono giocare un ruolo da protagonista». Per Meloni si avere il coraggio di riaprire la partita sul motore endotermico «e sostenere quelle filiere come i biocarburanti in cui Italia ed Europa possono giocare una partita da protagonisti». «Allo stesso tempo – ha aggiunto – bisogna capire come lavorare per un automotive più pulito» e non «consegnarci a nuove dipendenze pericolose». E ancora: «Ampliando lo sguardo ad altri settori produttivi, non posso che essere d’accordo con Mario Draghi quando scrive, nel suo rapporto, che gli ambiziosi obiettivi ambientali che ci siamo posti devono essere accompagnati da maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti la transizione energetica ed ambientale andrà a scapito della competitività e della crescita». «Sono temi che, me ne darete atto – ha aggiunto -, più volte ho toccato in precedenti occasioni e che ci devono spingere ad una riflessione approfondita quanto rapida. Questo vuol dire aprire il dibattito soprattutto sugli strumenti finanziari necessari a sostenere questo percorso».

L’attacco a Sea Watch

«Considero vergognoso che Sea Watch definisca le guardie costiere i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare quelle del nord Africa e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che descrive come innocenti. Sono dichiarazioni indegne che gettano la maschera sul ruolo di alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia», ha spiegato Meloni in Senato toccando il tema dell’immigrazione. E riguardo all’apertura dei centri in Albania «ci siamo presi un po’ di tempo in più per fare tutto nel migliore dei modi e siamo molto soddisfatti per il risultato. E’ una strada nuova, coraggiosa, inedita, che rispecchia lo spirito europeo e ha tutte le carte in regola per essere percorsa con altri Paesi extra-Ue». Meloni ha ringraziato il premier Edi Rama per «aver creduto nella bontà ed efficacia di questa iniziativa».

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