L’IA consuma troppo: Google si affida al nucleare per tornare carbon neutral nel 2030
Google utilizzerà energia nucleare per coprire il fabbisogno energetico dell’intelligenza artificiale. Il colosso dell’informatica ha annunciato ieri di aver stretto un accordo con Kairos Power, compagnia statunitense che, in parte grazie a fondi governativi, sta realizzando piccoli reattori nucleari modulari che dovrebbero entrare in attività entro il 2030. Nell’articolo pubblicata da Google sul proprio blog, il riferimento all’intelligenza artificiale è esplicito: «Questo accordo contribuisce ad accelerare l’implementazione di nuova tecnologia volta a soddisfare il fabbisogno energetico in modo pulito e affidabile e a offrire a tutti il pieno potenziale dell’intelligenza artificiale». Così come lo è quello alla neutralità carbonica – ovvero l’equilibrio tra i gas serra immessi nell’atmosfera e quelli compensati, ridotti e sequestrati da essa – che l’azienda persegue da anni sfruttando grazie alle energie rinnovabili.
Il fabbisogno energetico dell’intelligenza artificiale
Tuttavia, dallo scorso luglio, Google ha smesso di definirsi «carbon neutral» proprio perché non è riuscita, solo tramite le rinnovabili e i sistemi di mitigazione, a tenere il passo con l’incremento della domanda energetica dovuta ai sistemi di intelligenza artificiale, che negli ultimi mesi sono diventati sempre più centrali tra i molti prodotti e servizi di Mountain View e dell’intero mondo del tech. Ma lo sviluppo di una tecnologia così energivora comporta un prezzo: dal 2019 ad oggi, il consumo energetico di Google è salito del 48%. Quella usata dai data center è già il 4% di tutta l’elettricità usata negli Stati Uniti, e la quota potrebbe salire al 9% entro il 2030, riporta il Post. Così, Big G ha rivisto i propri obiettivi, puntando a raggiungere la neutralità carbonica non più nell’immediato, ma entro il 2030.
L’energia nucleare per le big tech
Quello a cui si unisce Google è ormai un vero e proprio trend. Nelle scorse settimane anche Microsoft aveva annunciato di voler utilizzare energia nucleare prelevata direttamente alla fonte – la centrale nucleare di Three Mile Island, in Pennsylvania, attualmente chiusa a causa di un incidente, il più grave nella storia degli Usa nonostante l’assenza di vittime, avvenuto negli anni Settanta – per coprire il proprio fabbisogno. Lo stesso vuole fare la multinazionale del settore informatico Oracle.
I reattori nucleari modulari (SMR)
Google ha scelto, invece, i reattori nucleari modulari (SMR). Si tratta di reattori nucleari più piccoli di quelli tradizionali, che possono essere costruiti rapidamente e poi installati nel luogo prescelto in un secondo momento. Vengono definiti modulari perché sono composti da molti piccoli reattori, della dimensione simile a quella di un container che possono essere uniti in base alla potenza richiesta. Si tratta di una tecnologia nuova e dunque relativamente poco nota. Attualmente tre di questi reattori sono già in funzione in due Paesi: Cina e Russia.
Foto di copertina: EPA/JUSTIN LANE