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Rozzano, i genitori di Daniele Rezza sotto scorta: «Hanno aiutato il figlio dopo l’omicidio di Manuel»

15 Ottobre 2024 - 09:11 Alba Romano
daniele rezza maurizio rezza manuel mastrapasqua
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Il padre Maurizio Rezza ai carabinieri: se avessi saputo vi avrei chiamato

«Mi ha detto che forse gli aveva tirato una pugnalata, poi si è messo a ridere». Questo ha detto Maurizio, il padre di Daniele Rezza, ai carabinieri sabato 12 ottobre. Il figlio aveva appena ammesso l’omicidio di Manuel Mastrapasqua. Oggi invece i genitori dell’assassino sono barricati in casa. Perché a Rozzano c’è chi li accusa di averlo coperto. Hanno cercato di aiutarlo a scappare, hanno buttato le cuffie rubate a Manuel nella spazzatura, è l’accusa. Per questo i militari hanno attivato nei loro confronti una «vigilanza dinamica». Perché ricevono minacce e insulti sul web, scrive oggi Repubblica.

Maurizio Rezza

«Se avessi saputo dell’omicidio vi avrei chiamato subito come ho fatto altre volte quando arrivava a casa mezzo ubriaco», ha detto il padre ai carabinieri. «Quella sera è arrivato tardi e siccome lui tante volte ne ha combinate diverse, mi ha detto: “Ho fatto a botte con uno”. Gli ho chiesto se mi prendesse in giro e mi ha detto di no. Aveva portato a casa delle cuffie. Il giorno dopo mi ha chiesto di buttarle. Mi era venuto il dubbio che scherzasse sul fatto che aveva fatto a botte, perché tante volte in passato lo aveva fatto», ha raccontato. E ancora: «Dell’omicidio ho saputo quando mi sono svegliato. Ho letto le cronache di Rozzano e ho iniziato a collegare con quello che mi aveva detto mio figlio. Non sapevo cosa dovevo fare. Vedevo mio figlio nervoso e gli ho chiesto se fosse stato lui. Prima mi ha detto di sì, poi no, e non capivo se scherzasse. La cosa è finita lì».

Le cuffie

Dopo questo scambio Daniele «mi ha chiesto di andare a buttare le cuffie, ma io non sapevo cosa avesse fatto». Dopo «diversi inviti», sarà Maurizio a far trovare le cuffie che lui stesso aveva gettato in un cestino della spazzatura. Ma non prima, annotano i magistrati, di aver parlato al telefono con il figlio reo confesso.

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