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Andrea Stroppa, Sogei e il complotto dei poteri forti contro Elon Musk e Giorgia Meloni: «Ci vogliono fermare, vergogna»

andrea stroppa elon musk giorgia meloni
andrea stroppa elon musk giorgia meloni
Il "referente" del tycoon in Italia da giorni scriveva tweet in cui parlava di trame oscure. Accusando "i palazzi" di voler ostacolare la premier e l'imprenditore. Poi l'inchiesta. E i sospetti

Nel profilo X di Andrea Stroppa c’è una foto che lo ritrae con Giorgia Meloni ed Elon Musk. È stata scattata lo scorso 16 dicembre ad Atreju. E rivedere lo scatto dell’hacker diventato lobbista e passato da Matteo Renzi a Starlink insieme agli status delle ore precedenti alla notizia dell’inchiesta su Sogei che lo coinvolge fa un certo effetto. Perché da almeno un paio di giorni prima del suo arresto Stroppa evoca complotti. «Qualcuno – anche nei palazzi – sta provando a fermarci. Meloni capisce che il futuro è questo. Chi prova a ostacolarla dovrebbe vergognarsi». Mentre proprio dall’indagine emerge che c’era un piano per dotare «con scopi militari» l’esercito italiano delle tecnologie dell’azienda SpaceX. Ovvero la società aerospaziale di Musk. Per le comunicazioni della presidenza del Consiglio, degli Esteri e della Difesa.

Il complotto e i poteri forti

Il tweet su chi prova a ostacolare Meloni di Stroppa risale al 13 ottobre alle 3 e 40 del pomeriggio. Quando un follower gli chiede di fare i nomi l’ex Anonymous Italia risponde «quando sarà necessario al momento giusto». Subito dopo ne scrive un altro: «Stiamo lavorando per far diventare Italia partner di SpaceX. Fate sentire la vostra voce!». Quando poi scatta il blitz della Gdf si scopre che l’informatico è sotto indagine a Roma. E lui dice di non vedere l’ora di rispondere alle accuse del pubblico ministero. Ripubblica autocitandosi il tweet su «qualcuno» che sta «provando a fermarci» e aggiunge: «Un giorno scriverò un libro». Con seguito di faccina che ride. E, commenta La Stampa, quel linguaggio fatto di allusioni ai poteri forti e Meloni tirata in ballo come vittima di un complotto senza fare nessun nome sembra ricalcare proprio quello della premier.

L’inchiesta e Stroppa

Di più: è come se Stroppa sapesse già di essere sotto indagine. E volesse in qualche modo anticiparlo per provare a difendersi. Secondo l’accusa ad agganciare l’informatico è quello che nei colloqui intercettati viene chiamato “Antonio della Difesa”, ovvero Antonio Angelo Masala. L’ufficiale della Marina scopre il piano del governo per Starlink. È il 29 agosto quando partecipa a una riunione per valutare «il progetto finalizzato all’impiego, con scopi militari prima e dual use poi, delle tecnologie satellitari dell’azienda americana». Si presenta a Stroppa con un dono gradito: un documento riservato redatto a margine della riunione che riporta le richieste dell’esecutivo. E che dovrebbe facilitare l’azienda di Musk nel soddisfarle. Un documento che secondo il ministero degli Esteri non è «riservato», anche se parla di aree strategiche come il Mediterraneo. È soltanto un documento interno.

Claudius Nero’s Legion

Stroppa, che su X ha scelto il nome di Claudius Nero’s Legion dal nome di un generale romano del 200 A.C., è a Palazzo Chigi quando Musk incontra Meloni. E fa una comparsata anche a New York nel giorno in cui il padrone di Tesla si gode il Global Citizen Award consegnato a Giorgia. Per questo, spiega La Stampa, la premier ha chiesto al sottosegretario con delega ai servizi segreti Alfredo Mantovano di occuparsi della vicenda. E ha fatto scattare le prime verifiche su Stroppa. Che aveva l’elenco delle ambasciate e dei consolati da collegare attraverso Starlink. Mentre il governo stava accarezzando il progetto per colmare i ritardi del Pnrr sulla rete ultraveloce, che valgono sei miliardi di euro. E che proprio Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, aveva annunciato in un’intervista al Sole 24 Ore.

Il progetto e l’inchiesta

«Il Piano Italia a 1 Giga è un elemento chiave del nostro impegno nel Piano di ripresa e resilienza», ha detto Butti. «E siamo consapevoli dell’importanza di raggiungere il target previsto per il 2026». Ben più probabile l’integrazione di Starlink «come complemento alle infrastrutture esistenti» e future via fibra, realizzate da Open Fiber e Tim-Fibercop. Anche se ci sono molti ostacoli. Uno di questi sono i dubbi sul fornire i dati dei cittadini a un privato.

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