«Clostebol usato per coprire doping», Kyrgios condivide le illazioni su Sinner. Intanto la sentenza su Halep fa sperare il tennista
Nick Kyrgios continua ad attaccare Jannik Sinner sul caso doping. Non potendolo affrontare sui campi da gioco, poiché l’australiano non disputa un match dal 2023 a causa di continui e ripetuti infortuni, Kyrgios ha intrapreso sui social una personale battaglia contro l’attuale numero 1 al mondo nel ranking Atp. A inizio settembre gli ha dato del «dopato», rivolgendo poi un insulto sessista alla compagna dell’altoatesino, la tennista russa Anna Kalinskaya, sua ex fidanzata. In merito alla vicenda della doppia positività al Clostebol dell’italiano pende ancora un ricorso della Wada al Tas, che si pronuncerà a breve, dopo l’assoluzione dell’Itia. La sostanza sarebbe infatti stata assorbita accidentalmente da Sinner attraverso un massaggio del suo fisioterapista, Giacomo Naldi, che l’aveva assunta per curare una ferita.
Il post condiviso da Kyrgios
Ma l’assoluzione dell’Itia, in attesa del pronunciamento del Tribunale arbitrale dello sport, non ha placato Kyrgios. L’ultimo post condiviso dall’australiano travalica i confini della diffamazione. «Il Clostebol serve a mascherare i cicli di doping pesante. Avevano lo spray nella borsa per alibi, entro 5 minuti sapevano la causa della contaminazione, eddai», scrive un utente molto attivo nelle sue critiche a Sinner, retwettato da Kyrgios che ne avalla la ricostruzione. Secondo la quale il Clostebol sarebbe stato utilizzato dallo staff di Sinner per coprire un ciclo di doping. Ma il tennista italiano è stato trovato positivo a quella sostanza, in percentuali omeopatiche, e non ad altro. Senza contare che sulla vicenda si sono già espressi dei giudici, assolvendolo, pur in attesa di una sentenza definitiva.
La sentenza Halep
Intanto è arrivata la sentenza nel caso doping che riguarda la tennista rumena Simona Halep. Inizialmente condannata a 4 anni di stop dall’Itia, l’agenzia internazionale per l’integrità del tennis, per «incauto utilizzo di un integratore contaminato». Il Tas ha considerato l’atleta colpevole, riducendo la pena a 9 mesi. Le motivazioni del tribunale danno alcune indicazioni sull’orientamento generale che potrebbero sorridere a Sinner. Halep è stata ritenuta colpevole per essersi fidata del suo fisioterapista e non di un medico. Ha assunto l’integratore senza consultarsi con un professionista. Il Tas ha ritenuto colposo il comportamento dell’atleta, chiedendosi «come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore». Secondo quanto scrive la Repubblica, la vicenda di Sinner si distanzia da quella di Halep proprio su questo aspetto. Il tennista italiano si è sempre affidato a professionisti, medici, sanitari e clinici, in maniera quasi maniacale nella sua crescita professionale, fisica e atletica. Sinner non ha assunto la sostanza direttamente. È stato Naldi ha utilizzarla, su consiglio del medico Umberto Ferrara, entrambi poi allontanati dallo staff del tennista.