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La maternità surrogata è reato universale. L’avvocata Gallo: «L’effetto sarà solo negativo: i figli potrebbero rimanere fantasmi e senza diritti». Cosa prevede la legge

16 Ottobre 2024 - 18:19 Alessandra Mancini
maternita surrogata reato universale cosa prevede legge approvata senato
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La legge Varchi, dal nome della prima firmataria di Fratelli d’Italia, fortemente voluta dalla premier Giorgia Meloni, è stata approvata in via definitiva al Senato con 84 voti a favore. Cosa accadrà?

La gestazione per altri, nota come maternità surrogata o in maniera dispregiativa “utero in affitto”, da oggi diventa di fatto «reato universale». La legge Varchi, dal nome della prima firmataria di Fratelli d’Italia, fortemente voluta dalla premier Giorgia Meloni, è stata approvata in via definitiva al Senato con 84 voti a favore, 58 contrari e nessun astenuto. Si tratta di una modifica all’articolo 12 della legge n° 40 del 2004 (che già vieta la pratica): al comma 6 è stato, infatti, aggiunto il seguente periodo: «Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito se­condo la legge italiana». Ciò significa che il reato di maternità surrogata, introdotto in Italia dalla legge approvata durante il secondo governo Berlusconi e che prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa che va da 600mila a 1 milione di euro, verrà perseguito anche se commesso all’estero

Di fatto nessun nuovo reato viene introdotto, né la legge ha l’obiettivo di aumentare le pene. Che rimangono tali. Lo stesso concetto di “reato universale” (punibile ovunque e da chiunque sia stato commesso) solleva, però, delle criticità. «Le condizioni necessarie di “reato universale” non sono state rispettate», dice a Open Filomena Gallo, giurista e avvocata dell’associazione Luca Coscioni. «Prima tra tutte il principio della doppia incriminazione: cioè per punire una condotta che un cittadino italiano compie in un altro Paese – continua -, quella condotta deve essere un reato anche in quello stesso Paese». La giurisdizione universale consente agli Stati o alle organizzazioni internazionali di rivendicare la giurisdizione penale su un soggetto indipendentemente dal luogo in cui è stato commesso il presunto reato. Ma per crimini condivisi universalmente come terrorismo, pedofilia, genocidio e in generale contro l’umanità. Discorso diverso per la maternità surrogata: «In molti Paesi la gravidanza per altri è legale – sottolinea l’avvocata -: come faremo a chiedere a quei Paesi di cooperare alle indagini e alla eventuale condanna di qualcuno che ha solo rispettato la legge in vigore?».

Dov’è legale?

Oggi si distinguono due versioni della gestazione per altri (GPA), la gravidanza portata avanti da una persona per conto di altre. Una altruistica, l’altra commerciale. Nel primo caso, la gestante non viene pagata per portare avanti la gravidanza, ma riceve un rimborso per le spese mediche, assicurative e i “mancati guadagni”. Il secondo caso prevede che la donna sia remunerata per il suo “servizio”. Fare una distinzione tra le due versioni è, però, impresa ardua. Il contratto stipulato, anche con attori terzi come le agenzie per far incontrare domanda/offerta e le cliniche, e il successivo compenso economico sono i punti considerati più controversi da parte dei critici. «Una pratica disumana che alimenta un mercato transnazionale spacciandolo con un atto di amore», l’ha bollata Giorgia Meloni. Nel Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Portogallo, Belgio e di recente anche in Irlanda, la pratica è possibile solo in forma altruistica. In questi Stati, che hanno dei criteri interni differenti per accedervi, è vietata agli stranieri non residenti. Mentre Ucraina, Grecia e Georgia sono diventate le destinazioni principali per la maternità surrogata commerciale per le coppie eterosessuali infertili o che non possono avere figli a causa di una malattia, anche italiane. In Canada e in alcuni Stati Usa è accessibile sia alle coppie eterosessuali, che per quelle gay e per le persone singole, anche straniere. Nel primo caso dietro rimborso, nel secondo a scopo commerciale. I costi si aggirano intorno ai 50mila euro nei Paesi meno costosi, fino a 120mila circa negli Stati Uniti.

Il dibattito sulla maternità surrogata

Ma facciamo un passo indietro. Il dibattito, che va avanti da anni, è tornato d’attualità tra i banchi della politica più di un anno fa. A giugno del 2023, l’esecutivo – tramite una circolare del ministero dell’Interno – aveva richiesto ai sindaci d’Italia di smettere di registrare i genitori non biologici negli atti di nascita dei figli nati con la gestazione per altri. Per citare qualche dato, circa un terzo delle trascrizioni milanesi (13 su 38 casi a luglio) riguardava bambini, figli di due padri, nati con la maternità surrogata. Un dato che riduce, però, la complessità dell’argomento, quest’ultimo fortemente ideologizzato e erroneamente sovrapposto con quello dei diritti delle coppie omosessuali. Stime empiriche calcolano, infatti, che ricorrano alla surrogata almeno 250 coppie all’anno, di cui il 90 per cento eterosessuali (9 su 10). E sebbene ci sia una forte preoccupazione tra le coppie che hanno avviato un percorso di surrogata all’estero per ciò che potrebbe accadere ai loro figli dopo l’approvazione della legge, è necessario ribadire che «non c’è retroattività», dice Gallo. «Nessuno può essere incriminato per qualcosa che ha compiuto quando non c’era quella legge che poi l’ha vietata – continua -. Come dice l’articolo 25 della nostra Costituzione “nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”». Pensiamo, però, «all’effetto intimidatorio di questa norma – sottolinea la legale -. I figli (che siano nati da gravidanza per altri è un dettaglio che non dovrebbe cambiare o ridurre i loro diritti) dovrebbero essere protetti. I certificati di nascita dovrebbero essere automaticamente trascritti e le famiglie non dovrebbe cambiare statuto in base al paese in cui si trovano. Se sono madre in Irlanda o in California, perché non dovrei esserlo anche in Italia? Ricordo che il Decreto del presidente della Repubblica n° 396 del 2000 prevede la trascrizione dei certificati di nascita redatti nel Paese di nascita dei figli e secondo le leggi vigenti di quel Paese».

Cosa accadrà?

Non è ancora chiaro, nonostante l’approvazione della legge Varchi, come il governo «pensa di controllare i modi in cui i figli sono nati – se nati in un altro Paese», dice l’avvocata Gallo. Per diversi giuristi le denunce potrebbero emergere con il tentativo delle coppie di iscrivere all’anagrafe i figli nati all’estero con la GPA, come spiega Gian Luigi Gatta, docente ed ex consigliere giuridico della ministra Cartabia, a Simone Alliva su Domani. E se la neo-famiglia decide di rimanere nel Paese dove la pratica è legale, per incriminarla occorrerebbe la collaborazione internazionale dello stesso Stato. Ma, con ogni probabilità, mancherebbe – come spiegato in precedenza da Gallo – il criterio della doppia incriminazione. «Qualunque sarà il modo, l’effetto sarà solo negativo perché i figli potrebbero rimanere fantasmi, senza diritti, senza protezione – afferma -. Non mi pare che questo sia un effetto desiderabile di una legge. Uno slogan comune dei sostenitori del reato universale e di chi condanna la gravidanza per altri è “prima i bambini”. In che modo – conclude – stiamo mettendo prima i bambini con questo reato universale?».

La gestazione per altri o maternità surrogata è una delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) che più divide la politica, la giustizia e persino le femministe. Sono possibili altre strade, che hanno percorsi tortuosi, per diventare genitori, ma (nuovamente) non accessibili a tutti. Come la fecondazione eterologa (richiede l’utilizzo di gameti da un donatore maschile o da una donatrice femminile, o da 2 donatori laddove entrambi i membri della coppia presentino un’infertilità assoluta, e la gravidanza è portata avanti da un membro della coppia) che è, però, vietata a coppie omosessuali e persone singole, ma non a quelle eterosessuali sposate o conviventi. Oppure l’adozione, sebbene il procedimento e l’iter burocratico – che si sa quando inizia, ma non quando finisce – è per sua natura complesso. Non è prevista per i single e, anche stavolta, per le coppie omosessuali. Ma al di là del giudizio etico-morale sulla maternità surrogata ciò che è certo è che a pagare di più le spese di questo dibattito mediatico-politico saranno i bambini nati da questa pratica e il cui «interesse superiore», come ricorda la Corte costituzionale, «deve essere (sempre) tutelato». 

Foto copertina: © Olena Yakobchuk | Dreamstime.com

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