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Bullismo, Arisa: «Anch’io ne sono stata vittima». Il set del suo videoclip al liceo Manzoni: «Per sfidarli con una canzone»

16 Ottobre 2024 - 10:52 Alba Romano
L'artista ha scelto una scuola milanese per girare alcune riprese del video che accompagna il brano «Canta ancora»

La tragedia di Senigallia, dove un ragazzo di 15 anni si è ucciso con una pistola, ha reso di nuovo attuale la questione irrisolta del bullismo. Arisa, che sta pubblicizzando l’uscita del suo ultimo pezzo, Canta ancora, ha girato alcune parti del video proprio in una scuola. «È capitato anche a me, non scendo nei dettagli di una vicenda molto personale – racconta l’artista, a proposito del bullismo subito quando era giovane -. Ognuno reagisce a proprio modo, dipende dalla sensibilità. Non ci sono casi più o meno gravi, non c’è un margine entro cui è accettabile svilire una persona. Il rispetto deve entrare nella cultura quotidiana: purtroppo siamo ancora lontani dall’obiettivo. Mettiamocelo in testa, queste cose capitano e non sono rare».

Canta ancora

Il liceo scelto per il set del suo videoclip è il Manzoni di Milano e la cantante ha scelto una scuola anche perché vuole «sfidare i bulli con una canzone». Canta ancora sarà la colonna sonora del film Il ragazzo con i pantaloni rosa, di Margherita Ferri, che arriverà nelle sale a novembre e parla della storia vera di Andrea Spezzacatena, un 15enne che si è tolto la vita a Roma dopo essere stato vittima di un’escalation di insulti omofobi. Comunque, il videoclip del brano è ancora in lavorazione. E Arisa, al Corriere, aggiunge che la scelta è ricaduta sul Manzoni perché «è un palazzo storico, evocativo: può parlare a tutti, ovunque».

La canzone affronta il tema del bullismo dal punto di vista della madre: «Quando ho letto la sceneggiatura del film è ciò che più mi ha colpito. Immaginarti madre, a come puoi stare quando sai che tuo figlio certi posti li deve frequentare, ce te persone le deve incontrare. Io canto e penso a tutte le mamme che farebbero qualsiasi cosa per proteggere i figli, eppure in certi momenti sono impotenti di fronte all’odio e all’ignoranza. Quando noi stessi giudichiamo fermiamoci un attimo e riflettiamo: se lo facessero con me? Se lo facessero con mio figlio?».

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