Le svastiche, i cori fascisti, le botte in metro: la retata della Digos contro i suprematisti a Milano
La Digos di Milano ha eseguito una serie di perquisizioni in tutta Italia nell’ambito di un’inchiesta contro l’incitamento alla violenza per motivi razziali. I perquisiti sono dieci minorenni e due maggiorenni. Tutti sono indagati per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, come da articolo 640 bis del Codice Penale. La polizia ha sequestrato repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere. Oltre a simboli riferibili al nazi-fascismo e al suprematismo. L’indagine nasce dopo una misura cautelare del 19 marzo scorso di origini ucraine. Che è stato arrestato per aver compiuto aggressioni notturne sulla linea M3 verde della metropolitana nei confronti di extracomunitari. Oltre a tentati furti su alcune auto in sosta.
La svastica
Il minore, dichiaratamente nazi-fascista, in più occasioni, prima di compiere le azioni criminose mostrava la svastica tatuata sul petto ed esaltava il regime fascista esclamando «i fascisti sono tornati». Gli agenti con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione hanno ricostruito una rete in ambito nazionale, composta per lo più da soggetti minorenni, che con chat di messaggistica istantanea incitavano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Gli indagati sono residenti in diverse città d’Italia. L’attività è stata portata a termine con la collaborazione delle Digos delle Questure di Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna, Biella e di operatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.