«Non so come siano finiti i soldi nelle mie tasche»: la strana difesa del Dg Sogei accusato di corruzione
«Non so come ci siano finiti quei soldi nella mia giacca». Così Paolino Iorio, direttore generale business di Sogei, ha risposto alla Guardia di Finanza quando tre notti fa è stato beccato con i 15 mila euro che gli aveva dato Massimo Rossi. Secondo l’accusa il Dg passava a riscuoterle ogni quindici giorni. E nell’interrogatorio davanti ai pm ha sostenuto di aver ricevuto circa 100 mila euro da febbraio 2023. Le mazzette erano contenute in buste elettrosaldate che nascondeva all’interno delle tasche del suo abito. «Ho sbagliato, ma davo solo consigli», ha sostenuto Iorio. Gli incontri avvenivano nella casa romana di Rossi due volte al mese. Alcuni sono stati filmati dai finanzieri. Agli atti c’è anche un’intercettazione in cui Iorio chiama Rossi e gli chiede: «Sono arrivati i pacchi?».
Le intercettazioni
Poi si informava sui tempi mentre la Guardia di Finanza lo ascoltava: «Quanto devo ancora aspettare?». E continuava a chiamare. Quelle telefonate, fa sapere oggi La Stampa, sono tutte agli atti dell’indagine. «Facevo attività di consulenza», si è ancora giustificato lui. Mentre la tattica di negare tutto, riportata oggi da Repubblica, non sembra aver fatto breccia negli inquirenti. Rossi, secondo l’indagine, pagava Iorio per favorire le imprese sue e dei suoi amici. I due si parlavano attraverso un vecchio modello di telefono cellulare, per evitare che potessero installarci trojan. La sim era intestata alla moglie dell’imprenditore. L’inchiesta coordinata dagli aggiunti Giuseppe Cascini e Paolo Ielo e dai pubblici ministeri Lorenzo Del Giudice e Gianfranco Gallo vede 18 individui e 14 società indagate. Due sono quotate in Borsa: Olidata e Digital Value.
«Dai che qui c’è da lavorare per tutti»
Tra gli indagati anche “Antonio della Difesa”, ovvero Antonio Angelo Masala, così come un dipendente del ministero dell’Interno. Masala diceva ai suoi amici in Olidata: «Dai che qui c’è da lavorare per tutti». Mentre ad Andrea Stroppa, «referente di Elon Musk in Italia», diceva «il governo è con voi» parlando dell’accordo di Palazzo Chigi con SpaceX per usare Starlink come provider di collegamento per le ambasciate italiane nel mondo. La società ha offerto una rete governativa satellitare collegata con stazioni terrestri in Italia. L’accordo, della durata di cinque anni, costerebbe un miliardo e mezzo. Masala ha girato alcuni documenti sull’accordo a Stroppa. Non si tratta di documenti classificati. E sarà difficile dimostrare una corruzione, visto che l’accordo non era ancora stato definito e non era prevista una gara.