Giorgio Montanini e la dipendenza dalla cocaina: «Il coma mi ha salvato dalla droga»
«Spendevo 400 euro al giorno, ho buttato via circa mezzo milione di euro». Giorgio Montanini, noto stand-up comedian, ha rivelato un capitolo delicato della sua vita in un’intervista al podcast Tintoria, raccontando la lotta contro la tossicodipendenza che lo ha quasi portato alla morte. La carriera di Montanini, iniziata nei piccoli club, lo ha portato a palcoscenici di grande prestigio, con sold-out in teatri e apparizioni in produzioni cinematografiche internazionali. Ma proprio quando sembrava raggiungere l’apice del successo, è caduto nel vortice della droga. «La mia dipendenza è nata in circostanze attenuanti, anche se non giustificanti», ha riflettuto parlando del dolore vissuto a causa dalla perdita di figure significative nella sua vita. «Mi muore mezza famiglia – mio padre, mia madre, mio fratello e il mio migliore amico (che si è suicidato) – e ho attenuato le sofferenze con le droghe. Mi facevo di cocaina e io stavo bene nonostante a casa mia erano morti tutti. La mia famiglia era fantastica e ho colmato un vuoto. Ho sempre creduto nell’importanza della forza mentale ed emotiva. Ma per superare questo problema ho avuto bisogno di sostanze stupefacenti».
La tossicodipendenza di Montanini
Montanini ha descritto come il suo consumo di droga fosse una sorta di fuga dal dolore: «Mi facevo di cocaina e stavo bene». Ma questa illusoria sensazione di benessere ha rapidamente lasciato il posto a una realtà devastante. «La droga prende sempre il sopravvento. Iniziano così la paranoia e la mania di persecuzione, perdi il contatto con le persone che ti vogliono bene e litighi con tutti. Ti senti accerchiato», ha detto. «Io ho avuto bisogno di andare in coma, sono un coglione», ha aggiunto senza peli sulla lingua. Montanini ha descritto il coma come una sorta di salvezza: «Tutti lo reputano un dramma, per me è stata una fortuna. Sono collassato e questo mi ha permesso di disintossicarmi e purificarmi».
La disintossicazione
Un’esperienza complessa quella in ospedale. «Ero legato al letto, ma menavo. Ho ammazzato di botte un povero inserviente, menavo come un fabbro», ha rivelato. Poi ha sottolineato l’importanza di affrontare le radici del problema per evitare ricadute. «Devi risolvere il problema che sta alla base. Se hai i soldi e non lo risolvi, dopo due mesi riprendi a farti», ha avvisato suggerendo che la vera soluzione è nel supporto psicologico. Oggi, Giorgio Montanini è un uomo “rinato”, consapevole del suo percorso.