Suicida a 15 anni per bullismo, la Procura apre un’indagine. L’avvocata chiederà un incontro con Valditara
Dopo i funerali di Leonardo Calcina, il 15enne di Senigallia che si è tolto vita usando la pistola d’ordinanza del padre, presumibilmente a causa di episodi di bullismo, la comunità si divide tra accuse e difese. Nel frattempo, la Procura dei minori di Ancona ha aperto un’indagine. Tre giovani, indicati dai genitori del ragazzo come presunti responsabili di casi di bullismo, sono al centro dell’inchiesta, mentre al momento non ci sono prove che possano collegare direttamente la scuola frequentata dal 15enne agli atti denunciati. Intanto, gli ispettori del ministero dell’Istruzione e del Merito, inviati da Giuseppe Valditara, stanno cercando di capire se effettivamente nell’ambiente scolastico si siano verificati fenomeni di bullismo che abbiano contribuito al tragico gesto del giovane.
L’avvocata della famiglia vuole incontrare il ministro
Nel frattempo, l’avvocato della famiglia di Leonardo, Pia Perricci, ha annunciato l’intenzione di chiedere un incontro con il ministro Giuseppe Valditara per discutere delle testimonianze di altri casi di bullismo emersi nella scuola frequentata dal quindicenne. Aspetti che la legale ha già presentato ai carabinieri, compresa quella di una madre il cui figlio avrebbe subito furti a scuola, senza che le autorità scolastiche prendessero provvedimenti adeguati.
Tensione in città
Nonostante la Procura, allo stato attuale dei fatti, non abbia ancora ravvisato reati nei confronti dell’istituto, in questi giorni sono state rivolte pesanti accuse alla scuola e agli insegnanti. La famiglia di Leonardo ha denunciato una presunta indifferenza da parte delle istituzioni scolastiche, affermando che i docenti avrebbero ignorato segnali evidenti di quanto subito dal ragazzo. «Era impossibile non vedere», sostengono i familiari, ribadendo la posizione secondo cui la scuola non abbia fatto abbastanza per proteggere il ragazzo. Il clima in città è teso, con parte dei cittadini schierati contro la scuola e i compagni di classe di Leonardo, accusati di omertà.
«Riflettere sul disagio giovanile»
Al contempo, anche la famiglia di Leonardo non è esente da critiche. Alcuni si chiedono come sia possibile che i genitori non abbiano riconosciuto i segnali di disagio del figlio prima che la situazione degenerasse. Alla luce di questo quadro, l’ex garante dei diritti dei minorenni delle Marche, Andrea Nobili, ha invitato alla calma. «Non è questo il modo giusto per affrontare drammi che hanno radici molto più profonde e che ci impongono riflessioni serie sul disagio giovanile», ha dichiarato nel tentativo di riportare il dibattito su un piano più costruttivo.