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Telefonata tra Trump e Netanyahu dopo che un drone ha colpito la casa del premier. Possibile fuga di notizie su un prossimo attacco di Israele all’Iran

19 Ottobre 2024 - 22:39 Alba Romano
C'è preoccupazione per la pubblicazione di due documenti che sarebbero stati sottratti all'intelligence statunitense, per poi essere pubblicati su un account Telegram vicino a Teheran

C’è stato un colloquio telefonico tra Benjamin Netanyahu e Donald Trump, dopo che la casa del premier israeliano è stata colpita da un drone partito dal Libano. Lo scrive il Times of Israel, aggiungendo che il numero uno di Tel Aviv ha parlato anche con il presidente della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson. Quest’ultimo, su X, ha sintetizzato così il contenuto della conversazione: «Gli ho detto che l’America è forte con Israele e gli ho ribadito il nostro costante impegno a contrastare l’Iran e i suoi alleati terroristici». Intanto, la tv israeliana Channel 12, ha consultato una fonte di vertice che ha riferito come l’attacco odierno «dia maggiore legittimità per una gamma più ampia di obiettivi». Tel Aviv, aggiunge il canale «attribuisce agli alleati dell’Iran» l’operazione che ha preso di mira la casa di Netanyahu a Cesarea. Una definizione che potrebbe preludere a una rappresaglia contro Teheran.

Dopo che uno dei tre droni lanciati da Hezbollah ha bucato le difese aeree di Tel Aviv, riuscendo a colpire l’abitazione del premier, «si intensificheranno i combattimenti» contro i miliziani libanesi. Lo ha affermato il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano. L’Iran, intanto, ha confermato che «c’è Hezbollah dietro l’attacco con droni alla residenza di Netanyahu». Tornando sul fronte statunitense, riportano le agenzie, c’è molta preoccupazione per una possibile violazione dei sistemi di sicurezza informatici. Su un account Telegram vicino all’Iran sono stati pubblicati due documenti che potrebbero essere stati sottratti all’intelligence americana. Nei file sarebbero descritti alcuni preparativi di Israele per un attacco all’Iran. Intanto, l’ayatollah Ali Khamenei ha pubblicato un post su X in cui ha scritto, in ebraico: «Hamas è vivo e rimarrà vivo».

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