Bene Giorgia e Tananai. Male Fred De Palma e Rose Villain, peggio Benji&Fede. Le recensioni delle nuove uscite musicali della settimana
Giorgia – Niente di male
Giorgia fa male all’industria discografica italiana. Passiamo i nostri weekend a cercare, alle volte faticosamente, una collocazione, una logica, un senso, a certe proposte musicali, a certi progetti, resistendo alla forte e fascinosa tentazione boomer di scaraventare il computer contro un muro, iniettarci un pò di sano rock inizio anni ’70, oppure un Capossela d’annata, o ancora un pò di sacrosantissimo new blues, e alzare bandiera bianca, rinunciare, ammettere che hanno vinto. Cedere a quella sensazione di sentirsi un soldato disarmato al fronte che può solo ritirarsi nel suo cunicolo Silvestri-Bersani e lasciare che il mondo prosegua in questa distorta strada. Poi però senti questo pezzo di Giorgia, scritto e strutturato in maniera del tutto moderna (tra gli autori, cinque, Federica Abbate e Mara Sattei – e il pezzo sembra fatto apposta per lei), e ti accorgi che con la sua voce, indiscutibilmente la più bella del pop italiano, riesce a nobilitare tutto, a rendere un progetto discografico qualcosa di superiore rispetto a ciò che di solito è e viene considerato. Giorgia fa male all’industria musicale perché la sbugiarda, la smutanda, ne evidenzia la miserrima pochezza. Giorgia con questo pezzo, questa ballad a cui dà un respiro ampissimo, ci ha fatto proprio male. Ci ha proprio colpiti sotto la cintura, ci ha abbagliati, ci ha illuminati, ci ha ricordato che vuol dire fare musica.