Bene Giorgia e Tananai. Male Fred De Palma e Rose Villain, peggio Benji&Fede. Le recensioni delle nuove uscite musicali della settimana
Tananai – Calmocobra
Tananai se ne frega, questo è il motivo principale per cui il suo nuovo album Calmocobra funziona così bene. Se ne frega di correre dietro a un modo, non solo di produrre, ma anche di pensare al prodotto musicale. Un modo privo di anima, che tende a matematizzare ciò che per definizione dovrebbe essere libero, vivere d’istinto, e invece no, non funziona quasi mai così. Fango, Booster, Androne, Radiohead, tutto riesce ad essere rarefatto e, al tempo stesso, altamente toccabile. Tananai traduce in musica un sentimentalismo del tutto comune, senza sfarzi, senza furbizia, senza ghirigori, ma solo con il potere della sua autenticità, che poi è anche uno dei suoi tratti distintivi come artista. Quella scoordinazione nel canto, una voce tutto sommato debole che proprio in quella debolezza trova il proprio bagliore: tu ascolti e ti senti maledettamente vicino a lui, come se fosse seduto sul divano accanto a te. Questa è la sua forza, non prendere mai distacco da chi lo ascolta, dalla realtà delle cose. Mantenere la sua credibilità grazie a una visione del tutto umana, del tutto comune, e dargli uno splendore nuovo. Così all’interno di questo contesto perfino Storie brevi si toglie i panni del tormentone estivo e riascoltandola assume quasi un senso più profondo, la narrazione di un certo tipo di rapporto umano che rientra perfettamente nel quadro che Tanani vuole dipingere. Un quadro che non è sempre nitido, preciso, rivoluzionario, ma che, senza dubbio alcuno, emoziona. Bravo.